Neutralizzate altre reti-killer

di AL.ROM.
I sub volontari impegnati nel recupero delle reti di profondità
I sub volontari impegnati nel recupero delle reti di profondità
I sub volontari impegnati nel recupero delle reti di profondità
I sub volontari impegnati nel recupero delle reti di profondità

Non bastassero le montagne di scarti in gomma e plastica finite sul fondale, il lago d’Iseo è alle prese anche con altri problemi. In ottima posizione nella «classifica» c’è quello delle onnipresenti reti abusive: tramagli ancorati anche a notevole profondità e quindi invisibili in superficie, mortali per i pesci ma molto pericolosi anche per l’uomo. L’ennesimo intervento di rimozione e sequestro è stato attuato dai volontari della Guardia costiera ausiliaria del Sebino, coordinatori dell’operazione in stretta collaborazione con i sommozzatori della North central divers e con la polizia provinciale: insieme, nel pomeriggio di ieri hanno recuperato quelle che, conti alla mano, sono la sedicesima e la diciassettesima rete, a non grande distanza dalla costa di Tavernola Bergamasca. «Due lunghe trappole - ha spiegato Diego Nolli, capocentro operativo della Guardia costiera di stanza a Sarnico -; una piazzata a 45 metri di profondità, e l’altra a 70, una lunga quasi 100 metri e l’altra settanta. Si trovavano a circa 50 metri dalla costa e l’operazione di recupero è avvenuta in tutta sicurezza». Due i gruppi di sommozzatori impegnati: una volta individuate le hanno agganciate a un pallone, subito gonfiato, per spedirle in superficie, facendo attenzione a non rimanere impigliati nella matassa. «È DIFFICILE capire se siano state calate volontariamente da chi pratica la pesca di frodo o se sono state portate in quella zona dalle correnti - aggiunge Nolli -: a volte si tratta di pezzi persi dalle imbarcazioni o dimenticati. Di certo il lavoro di sgombero non si fermerà». •

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