Cancellato dalle
fiamme il rifugio
di Berzo Demo

di Lino Febbrari
I Vigili del fuoco sono giunti in forze l’altra notte a Berzo DemoIl rifugio alle prime luci dell’alba, distrutto dalle fiammeIn fiamme il rifugio ai «Caduti di tutte le guerre» in località Loa di Berzo Demo
I Vigili del fuoco sono giunti in forze l’altra notte a Berzo DemoIl rifugio alle prime luci dell’alba, distrutto dalle fiammeIn fiamme il rifugio ai «Caduti di tutte le guerre» in località Loa di Berzo Demo
I Vigili del fuoco sono giunti in forze l’altra notte a Berzo DemoIl rifugio alle prime luci dell’alba, distrutto dalle fiammeIn fiamme il rifugio ai «Caduti di tutte le guerre» in località Loa di Berzo Demo
I Vigili del fuoco sono giunti in forze l’altra notte a Berzo DemoIl rifugio alle prime luci dell’alba, distrutto dalle fiammeIn fiamme il rifugio ai «Caduti di tutte le guerre» in località Loa di Berzo Demo

Spezzoni di travi e di assi di larice carbonizzati, contornati dai muri perimetrali semidiroccati che sorreggono la malconcia soletta del primo piano (la mansarda costruita interamente col legno invece non c’è più). Tavoli e sedie del ristorante e pochi altri arredi delle stanze e del magazzino messi in salvo dai soccorritori accatastati all’esterno sotto le chiome di due grandi abeti. Questo il desolante spettacolo ieri mattina di ciò che è rimasto della bella struttura del rifugio dedicato ai «Caduti di tutte le guerre» ai 1170 metri di quota in località Loa di Berzo Demo. Lo stabile è stato devastato da un furioso incendio, divampato probabilmente a causa di un corto circuito, nella serata di lunedì e del quale purtroppo ci si è accorti solo quando ormai le fiamme lo avevano trasformato in una gigantesca torcia visibile da lontano, fin dalle frazioni di Malonno poste sull’altro versante della valle, a chilometri di distanza. L’allarme è scattato intorno alle 21,30 e in meno di quaranta minuti sul posto sono arrivate ben sette squadre dei vigili del fuoco di Breno, Edolo, Darfo e Vezza d’Oglio (complessivamente una trentina di uomini, con otto veicoli tra autopompe, autobotti e fuoristrada attrezzati con piccoli serbatoi solitamente impiegati per domare i roghi boschivi), i volontari del gruppo di Protezione civile «L’Arnica» di Berzo Demo insieme al sindaco Giovan Battista Bernardi, i carabinieri di Cedegolo guidati dal maresciallo maggiore Brunello Bacco e un’ambulanza di Camunia soccorso che per fortuna è rimasta inutilizzata. «Fa davvero male al cuore vedere un simile disastro - commenta Bernardi - questa struttura, riqualificata nel 2012 con una spesa di circa 400mila euro (quasi altrettanti sono stati necessari per arredarla), rappresentava un fiore all’occhiello per il nostro Comune e un importante punto di riferimento per gli escursionisti, gli allevatori che d’estate portano in alpeggio gli animali e per i proprietari delle numerose cascine della zona. Una sciagura che lascia sconvolti tutti, non solo l’amministrazione comunale, ma tutta la popolazione». LE OPERAZIONI di contenimento e spegnimento delle fiamme sono state particolarmente difficoltose perché in zona non ci sono idranti e i pochi piccoli corsi d’acqua che solcano il bosco in questo periodo sono in secca oppure ghiacciati. Per rifornirsi le autobotti hanno perciò dovuto fare la spola per quasi tutta la notte fino all’abitato della frazione Monte, distante alcuni chilometri dal luogo del rogo. Una volta estinti tutti i focolai i Vigili del fuoco hanno provveduto a mettere in sicurezza i monconi di legno rimasti sulla copertura e a bonificare tutto lo stabile per evitare che l’incendio potesse ripartire. Due unità di Darfo ed Edolo hanno operato fin alle 14 di ieri. Sul posto è giunto anche il geometra Francesco Camiletti, funzionario del Comando provinciale, che ha ispezionato accuratamente le macerie alla ricerca della causa che ha scatenato la catastrofe. Il rifugio è di proprietà comunale e la gestione affidata a Marco Rocca un imprenditore di Malonno attivo con la famiglia del settore della ristorazione. Una volta sbrigate alcune incombenze, alle 14 di lunedì il giovane è sceso a valle lasciando in funzione una lavatrice nella parte retrostante il ristorante. Il mal funzionamento dell’elettrodomestico (o di un congelatore) potrebbe aver scatenato l’inferno. I danni, non ancora quantificati, sono ingenti: come detto della struttura, dell’attrezzatura e degli arredi non è rimasto praticamente nulla. •

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