Consorzio della castagna, rilancio possibile

di Claudia Venturelli
La sede del Consorzio della castagna, a Paspardo
La sede del Consorzio della castagna, a Paspardo
La sede del Consorzio della castagna, a Paspardo
La sede del Consorzio della castagna, a Paspardo

I debiti sono stati dimezzati mentre i sogni provano a raddoppiare. Il Consorzio della castagna di Valcamonica rilancia, e lo fa anche riprendendosi i macchinari di proprietà provenienti dall’alta valle e che oggi consentono alla sede di Paspardo di essere autonoma lungo tutta la filiera di produzione dei biscotti a base del prezioso frutto autunnale. SONO STATI trasferiti da Pontedilegno, dal biscottificio che li usava, che produceva per il Consorzio e non solo e che oggi è in dismissione, «grazie al Comune che ha messo a disposizione in comodato d’uso questo locale - spiega Enrica Ruggeri, presidente tuttofare del Consorzio -. Noi non abbiamo fatto altro che trasportarli qui e iniziare a usarli». Una cella di lievitazione, un’impastatrice, una biscottiera, il forno e l’impacchettatrice: questi gli strumenti della fabbrica di golosità; quasi una mini pasticceria dove a breve inizierà anche la produzione dei panettoni, al via grazie a una domanda già di tutto rispetto. «Per noi è un orgoglio, è importante perchè abbiamo qui tutta la filiera: facciamo la raccolta delle castagne, abbiamo gli essiccatoi, ci occupiamo della macinazione e poi della produzione dei biscotti», prosegue Ruggeri. Non sono gli unici prodotti, ma certo i più conosciuti e con un mercato in espansione dopo il salvataggio dell’ente, «che non è di Paspardo - sottolinea il sindaco Fabio de Pedro -, ma della valle». DAI CASTAGNETI del territorio, dopo la quasi sconfitta del cinipide che aveva messo in ginocchio intere piantagioni, «nascono la pasta, il miele, il distillato, la crema, la birra, ma speriamo di trovare altri buoni prodotti da far entrare in produzione». Intanto per i biscotti si è tornati alla ricetta originale: c’è l’80% di farina di castagne e si sente tutta. È il prodotto più apprezzato, anche dai celiaci, insieme alle linguine. «Un buon riscontro - chiude Ruggeri - lo abbiamo avuto quest’estate, non solo dalla valle ma anche dai turisti. Speriamo sia di buon auspicio». La presidente, ex dirigente delle poste in pensione e volontaria tuttofare al servizio del consorzio, da due anni lavora alla sua rinascita. Il trasloco del biscottificio era nel mirino da tempo nell’ottica di ridurre i costi di produzione e di trasporto dei prodotti. E se il sistema tornerà a funzionare, se la Valcamonica (e non solo) dimostrerà di crederci ancora, presto si tornerà ad assumere personale, oggi fermo a quota zero, per tentare la risalita. •

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