E a Edolo sono in arrivo gli afgani: l’accoglienza sarà ancora alla base

La base logistico militare di via Porro a Edolo per accogliere i profughi
La base logistico militare di via Porro a Edolo per accogliere i profughi
La base logistico militare di via Porro a Edolo per accogliere i profughi
La base logistico militare di via Porro a Edolo per accogliere i profughi

Il primo nucleo composto da mamma, papà e due bambini raggiungerà Edolo domani. Poi, alla spicciolata, e sempre a piccoli gruppi familiari, ne arriveranno altri. E prevedibilmente fino a settembre gli arrivi avverranno scaglionati con le partenze, sempre però in numero limitato. La base logistico addestrativa militare di via Porro domani ridiventerà così un Covid hotel per ospitare dei profughi afgani per il periodo di quarantena, come fece lo scorso anno. Gli ex collaboratori del nostro contingente militare e delle associazioni italiane che operarono in Afganistan e i loro familiari attesi in alta Valle sono riusciti a fuggire dal loro Paese nei mesi scorsi sfruttando i corridoi umanitari. Ora si trovano sparsi tra Pakistan, Turchia e Iran, da dove partiranno per l’Italia per raggiungere un aeroporto del Nord, per essere poi prelevati di volta in volta da pulmini dell’Esercito e assegnati alla struttura edolese per l’isolamento e tutti gli accertamenti sanitari che verranno svolti da medici, infermieri e personale della Croce rossa. «È il proseguimento dell’operazione dell’anno scorso – spiega Faustino Belometti, presidente del Comitato Cri di Palazzolo – avviata dal nostro Governo dopo l’avvento del regime talebano per portare in salvo il maggior numero possibile di ex collaboratori, soprattutto autisti, interpreti e addetti alla nostra ambasciata a Kabul». Il primo contingente di 104 persone, tra loro 35 minori e un neonato di tre mesi, giunse a Edolo il 20 agosto a bordo di pullman militari che li avevano prelevati all’aeroporto di Pratica di Mare, vicino Roma. Concluso il periodo di quarantena e accertato che nessuno di loro era positivo al Covid, il 28 agosto furono trasferiti in provincia di Bologna per svolgere le pratiche necessarie all’ottenimento dello stato di rifugiati. Dal campo attrezzato di Avezzano il 31 agosto arrivò il secondo scaglione di 105 tra uomini donne e bambini che ripartirono il 14 settembre, per essere accolti in alcuni Comuni della cintura di Milano, ad eccezione di 7 nuclei familiari (28 componenti complessivamente) che sono tuttora ospiti del Convitto Bim di via Marconi, insieme a 38 rifugiati ucraini (donne e i loro figli) giunti la scorsa settimana. «Per noi è stata un’esperienza molto positiva – ricorda Belometti – : abbiamo curato l’aspetto sanitario, mentre i militari della base hanno predisposto tutto l’apparato logistico, garantito la sicurezza e la sorveglianza. Una grossa mano ce l’hanno data anche i cittadini e diverse organizzazioni del territorio bresciano, donando beni di prima necessità, vestiario e giocattoli per i bambini. Stavolta, trattandosi di gruppetti che arriveranno a distanza l’uno d’altro il nostro compito sarà enormemente facilitato, anche se dovremo impegnarci sicuramente fino a dopo l’estate». Sandro Vielmi è invece il responsabile della delegazione di Breno: «Come nel 2021 collaboreremo con il nuovo comandante tenente colonnello Antonio Cardillo e con i suoi sottoposti per la migliore gestione quotidiana possibile dei profughi». L.F.

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