Gli antichi giacimenti di ferro sono una «miniera» turistica

di Alessandro Romele
La miniera Quattro ossi di Pontasio: uno spettacolo naturale
La miniera Quattro ossi di Pontasio: uno spettacolo naturale
La miniera Quattro ossi di Pontasio: uno spettacolo naturale
La miniera Quattro ossi di Pontasio: uno spettacolo naturale

Trasformare le miniere dismesse da problema a grande opportunità turistica ed economica. È l’ambizioso obiettivo del progetto varato dal Comune di Pisogne che come avvenuto per esempio in Valtrompia vuole valorizzare e tutelare al tempo stesso l'area dei giacimenti minerari del territorio collinare. Per raggiungere il traguardo, l’Amministrazione civica ha ha sottoscritto una partenership con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il cardine dell’accordo è il rapporto di collaborazione scientifica nel settore della Geoarcheologia e dell’Archeo-geo-turismo. Ricostruire in dettaglio l’evoluzione dell’area mineraria, censire e mappare correttamente tutti gli imbocchi minerari presenti, fare l’inventario dei manufatti di valore storico impiegati nell’attività di estrazione dei minerali sono solo alcuni degli aspetti di una ricerca mirata anche a valutare le potenzialità turistiche dei tunnel che potrebbero diventare delle vere e proprie attrazioni con visite a bordo di trenini che si muovono su cremagliera. «Abbiamo le idee chiare – osserva l’assessore alla Cultura di Pisogne Giovanni Bettoni –. Alla luce del patrimonio di giacimenti dismessi siamo sicuri di poter allestire un Parco Minerario, che possa essere sia attrazione turistica che campo di studio per scienziati e geologi. Il millenario arco temporale, che si ritiene interessare l’attività estrattiva sul territorio di Pisogne, costituisce una ricchezza storica rara nel suo genere». Sono complessivamente settanta le miniere abbandonate nel territorio di Pisogne: nei giacimenti si estraeva prevalentemente il ferro. Per la sua posizione geografica, alle porte della Valcamonica e primo paese a nord del lago d'Iseo, il paese è stato per secoli il porto principale da cui partivano le merci – via acqua – per raggiungere la città e la pianura padana. Per lungo tempo l'economia territoriale si è basata sull'attività di estrazione e di lavorazione nei forni, di cui rimane traccia nei borghi più antichi come Gòvine. DI TUTTE LE MINIERE, la più famosa è la Quattro ossi alle spalle della frazione collinare di Pontasio: su iniziativa del Cai e dello Speleo Cai di Lovere è meta di escursioni. Il prossimo Parco Minerario intende andare in questa direzione: aggiungere un tassello turistico in più ad un'area che per lungo tempo è stata dimenticata o solo saltuariamente valorizzata. Di tutto questo, si parlerà in un incontro online questo pomeriggio. In collegamento, oltre a Bettoni ci saranno il primo cittadino Federico Laini, il professor Marco Sannazaro, direttore della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, il geologo di Pisogne Fabio Fenaroli. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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