Gli enti locali restano scettici sul rilancio Cissva

La situazione, i programmi e gli obiettivi di Cissva fino a ieri erano stati giudicati esclusivamente dalla presidente Paola Pezzotti, dall’assessore regionale Fabio Rolfi e da Coldiretti che avevano espresso pieno apprezzamento al caseificio di Capo di Ponte. Sul tema mancava comunque un importante tassello, la versione degli enti comprensoriali che fino a novembre sedevano con propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione. Ebbene Alessandro Bonomelli nella duplice veste di presidente di Comunità Montana e Bim e Mario Bezzi estensore della proposta di partnership pubblico-privato respinta a Cissva e l’assessore all’Agricoltura Enrico Della Noce, hanno puntualizzato chiaramente la loro posizione sulla cooperativa. Bonomelli ha sottolineato che «non siamo né mortificati dal diniego di Cissva né tantomeno pentiti di ciò che abbiamo fatto». I due enti non fanno più parte della compagine della cooperativa per la non condivisione della linea aziendale intrapresa. «Il settore lattiero-caseario in valle si trova in una condizione di forte difficoltà per i costi delle materie prime e per l’assenza di addetti che procurerebbe quel valore aggiunto in grado di garantire la sopravvivenza dell’agricoltura di montagna - prosegue Bonomelli -. La Comunità Montana annetteva grande importanza in Cissva per la ripresa del settore e per la riqualificazione, della filiera casearia». A questo proposito Bezzi ha fatto rilevare che all’inizio de«gli anni ’80 Cissva contava su 100 soci ed ora sono 27». «La remunerazione del latte dei nostri agricoltori, è più bassa del 30-40% rispetto a quella dei trentini, dei valtellinesi e delle altri valli bresciane, 39 centesimi contro 55, e viene venduto per la trasformazione fuori dalla valle», incalza il presidente del Bim. La proposta degli enti soci di Cissva andava nella direzione «di un’integrazione di forze e risorse per costituire finalmente un gioiellino in grado di trattenere sul territorio tutta la ricchezza potenzialmente ottenibile dalla trasformazione del nostro latte», spiega Bonomelli. Questo percorso di condivisione non è stato recepito dai soci della cooperativa, che l’hanno rigettato, preferendo aderire ad un progetto di rilancio industrial sostenuta da Coldiretti e che prevede un autofinanziamento per intero del cofinanziamento 60% . Sandro Bonomelli parla «di uno sforzo unitario della politica camuna», e manifesta «fortissimi dubbi» sulla sostenibilità del piano di Cissva, nutrendo perplessità anche sull’«efficienza nella gestione della stessa cooperativa». Il presidente della Comunità Montana parla apertamente di «un’occasione persa per il territorio: guarderemo con attenzione agli sviluppi futuri della vicenda e capiremo nel tempo se tutti i soggetti coinvolti avevano a cuore lo sviluppo dell’agricoltura della valle oppure se ancora una volta la Valle Camonica sarà stata utilizzata unicamente come territorio di conquista». •. L.Ran.

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