Hotel «Rosa Camuna» Primi segnali di rilancio dopo 10 anni di paralisi

di Claudia Venturelli
Borno  L’ingresso dell’ex grand hotel «Rosa Camuna» in cui si è iniziato a lavorare
Borno L’ingresso dell’ex grand hotel «Rosa Camuna» in cui si è iniziato a lavorare
Borno  L’ingresso dell’ex grand hotel «Rosa Camuna» in cui si è iniziato a lavorare
Borno L’ingresso dell’ex grand hotel «Rosa Camuna» in cui si è iniziato a lavorare

Qualcosa si muove attorno a uno dei simboli non proprio brillanti del turismo sull’Altopiano del sole. Il grand hotel Rosa Camuna di Borno potrebbe uscire presto dalla condizione di fermo e di abbandono in cui si trova. È stato infatti acquisito da Riccardo Ducoli, imprenditore brenese nel settore idroelettrico ma con interessi crescenti sull’Altopiano. E pare che questa sia la volta buona per il rilancio del complesso. È così che tanti leggono i primi segnali, che non sono sfuggiti a chi da anni spera di rivedere tutta l’area in rinascita: la piscina, diventata un buco pericoloso in mezzo al giardino, è stata recintata; il prato è stato tagliato e il verde tutto attorno è in fase di sistemazione. C’è una parvenza di normalità dopo anni di degrado: come a dire che nell’attesa di lavori strutturali molto più importanti, questo non è che il primo passo. Perché parrebbe che, a differenza di altri passaggi di proprietà dopo il fallimento, questa sia intenzionata a farlo tornare il grand hotel degli anni d’oro del turismo bornese. Saccheggiato di tutto, specie del rame recuperato fin nelle tubazioni, l’hotel a 4 stelle è chiuso da più di dieci anni ed è da allora che tutti sognano il suo grande ritorno. Non solo perché Borno ne ha bisogno per continuare a puntare la sua economia sul turismo, ma anche perché risolverebbe l’annoso problema dei posti letto. E poi perché completerebbe il rilancio dell’area che ospita impianti di risalita, parco avventura, campeggio e area camper, e che a breve sarà raggiunta dalla nuova ciclopedonale che il Comune sta realizzando. La nuova parte di recinzione in costruzione nella parte fronte strada per i lavori della ciclabile potrebbe insomma essere l’inizio di un cantiere ben più grande. L’area, dotata anche di campi da tennis, che nel pgt non cambia la propria destinazione, sarebbe la ciliegina sulla torta di un lavoro durato anni. Trainata dal comprensorio sciistico oggi sempre più indirizzato alla destagionalizzazione, la zona che tutti chiamano «della funivia» presto potrebbe essere quella dello sviluppo turistico dei grandi numeri ai quali Borno sogna di tornare. •.

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