L’orgoglio dell’Avis avrà una vita lunga solo con i giovani

Sul palco dell’assemblea del gruppo Avis di Breno
Sul palco dell’assemblea del gruppo Avis di Breno
Sul palco dell’assemblea del gruppo Avis di Breno
Sul palco dell’assemblea del gruppo Avis di Breno

Nell’arco di una settimana, i due gruppi più «produttivi» dell’Avis in Valcamonica hanno celebrato i rispettivi anniversari. Dopo i 50 di Bienno è stata la volta di Breno, che ha tagliato il traguardo dei 40. La cerimonia di centro si è tenuta in Duomo, dopo il ritrovo dei donatori delle sezioni e dei gruppi camuni davanti al monumento avisino donato alla fine degli anni ’90 dall’artista Franca Ghitti, e dopo la messa celebrata dal parroco don Mario Bonomi. A fare gli onori di casa il capogruppo Mario Pedersoli, ormai ex donatore per ragioni d’età ma apprezzatissimo e attivo sia all’interno del gruppo, sia nella sezione intercomunale. Con alle spalle oltre 150 donazioni, ha ricordato «la raggiunta maturità dell’associazione, che si sta mettendo al passo con i tempi tenendo ben presente che il sangue si dona e non si versa (un riferimento all’Ucraina). Dobbiamo trasmettere ai giovani i principi dei fondatori del gruppo, sensibilizzandoli a tendere il braccio. Mi piace ricordare che i nostri volontari sono appena 150 in un Comune di 4.700 abitanti e che in 40 anni sono state donate 13.900 sacche di sangue». C’era anche il sindaco Alessandro Panteghini, e dopo aver esaltato il gesto della donazione e del vivere virtuosamente la vita, nel suo intervento ha sottolineato il ritorno alla normalità «che ci ha consentito finalmente di poter sfilare per le vie del nostro paese dopo tanto tempo». Non poteva mancare il contributo del presidente della sezione intercomunale, Giuseppe Gasparini, felice per la ripartenza dell’attività ma senza dimenticare di rivolgere un appello ai giovani del territorio, «perché Breno ha un potenziale molto più alto e ci si può iscrivere al gruppo fino all’età di 60 anni». Il coordinatore delle sezioni Avis della valle, Marcello Ravani, si è compiaciuto con i donatori che nonostante la pandemia hanno confermato i numeri dell’anno scorso, ringraziando anche il Centro trasfusionale dell’ospedale di Esine. Poi ha rivolto un appello ai volontari perché «rispondano subito alle chiamate del gruppo di riferimento per donare: attualmente dobbiamo riscontrare il 15/20% di defezioni». Infine, prima della consegna di diplomi e medaglie ai più generosi, Pedersoli ha consegnato un riconoscimento all’alfiere del gruppo, Giovanni Bottichio.•. L.Ran.

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