La socialità ritrovata Gli «Amici di Mù» riaprono il loro circolo

Ospiti  nel ritrovato circolo degli «Amici di Mù»
Ospiti nel ritrovato circolo degli «Amici di Mù»
Ospiti  nel ritrovato circolo degli «Amici di Mù»
Ospiti nel ritrovato circolo degli «Amici di Mù»

Un «Bentornati» scritto a caratteri cubitali su uno striscione appeso al soffitto ha accolto il ritorno dei primi soci del circolo degli «Amici di Mù», una realtà che ha riaperto i battenti dopo la chiusura forzata dovuta alla pandemia e durata quasi due anni. La ripresa dell’attività è stata un’occasione di festa e di speranza per tutta la comunità della popolosa frazione edolese. Il luogo di ritrovo creato nel 2006 da cinquantina di persone è nato sulle ceneri di una storica osteria ed è l’unico punto di aggregazione del paesino. «Si era deciso di aprire questo locale - ricorda il presidente Stefano Marsegaglia - perché, dopo la chiusura dell’ultimo bar, nella borgata non c’era più un posto in cui la gente potesse socializzare. Quindi, abbiamo prima dato vita all’associazione e poi al circolo, che da allora è frequentato da giovani e anziani. Questi ultimi li consideriamo i custodi della nostra storia e delle tradizioni da tramandare: grazie a questo circolo si possono incontrare e dialogare, soprattutto per non far andare disperso un immenso patrimonio di conoscenze». Prima del Covid il circolo era aperto tutti i giorni dalle 17 alle 20, mentre dalla scorsa settimana, e fino a quando resteranno in vigore le restrizioni, l’apertura è su quattro giorni. L’ingresso è riservato ai soli soci, ma chiunque può aderire, e magari anche decidere di dedicare parte del proprio tempo ad attività di volontariato. «Abbiamo sempre bisogno di nuove leve - sottolinea Marsegaglia - perché la mole di iniziative che proponiamo nell’arco dell’anno è notevole. Anche durante il lungo stop non siamo rimasti con le mani in mano, e ci siamo attivati in alcuni progetti che ci hanno permesso di erogare contributi all’ospedale di Esine e alla San Vicenzo. Inoltre, siamo riusciti a cucinare uno spiedo per i sanitari dell’ospedale di Edolo e per tutti gli operatori in prima linea nel periodo di maggiore emergenza». Il pezzo forte del gruppo è la partecipatissima festa che viene organizzata ogni anno attorno a Ferragosto ai piedi dei ruderi del castello, il cui ricavato viene destinato ad azioni benefiche e di supporto alle altre associazioni edolesi. Ma il sodalizio, lo ricorda il presidente, è attivo anche su altri fronti. Tra questi quello della cura del territorio. «Nel tempo abbiamo portato a termine piccole ristrutturazioni - conclude Marsegaglia -, come la croce del castello, le panchine del Sant e l’antica fontana di Carbonaiola. Cerchiamo insomma di mantenere al meglio l’eredità degli antenati». L.Febb.

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