Operaio ucciso dal Tir, aperta un’indagine

di Luciano Ranzanici
L’incidente mortale è avvenuto sull’autostrada  Valdastico sud
L’incidente mortale è avvenuto sull’autostrada Valdastico sud
L’incidente mortale è avvenuto sull’autostrada  Valdastico sud
L’incidente mortale è avvenuto sull’autostrada Valdastico sud

La comunità di Darfo è ancora incredula della morte di Daniele Albertinelli, l’operaio di 36 anni morto lunedì pomeriggio in un cantiere sull’autostrada A31 lungo la Valdastico sud, tra Agugliaro e Noventa Vicentina. Albertinelli lascia nel dolore i genitori Severino ed Elide Trussardi ed il fratello Nicola, ma soprattutto la giovane moglie Caterina, originaria di Borno, che aveva sposato appena un anno fa. LA VITTIMA è stata travolto da un camion mentre stava completando l’operazione di rimozione della segnaletica che avvertiva della presenza del cantiere di lavoro della Sias, la società di Darfo della quale era dipendente e che è proprio specializzata in segnaletica stradale. La salma è stata composta all’Ospedale di Noventa nell’attesa di fare ritorno in Valcamonica: nelle prossime ore è atteso il nullaosta alla sepoltura della magistratura che ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale. Daniele era un grande lavoratore, così lo ricordano soprattutto in azienda i titolari ed i suoi colleghi. Da una decina di anni lavorava alla Sias Spa dopo essersi diplomato all’ex Ipsia. Per lui spende parole di elogio e cariche di commozione Luca Furloni, presidente dell’azienda: «Era un giovane dotato d’altruismo e generosità, persona collaborativa, appassionata e propositiva che da noi ha fin qui ricoperto varie mansioni nei diversi settori operativi. Affidabile, leale, corretto e scrupoloso, Daniele svolgeva al meglio il proprio lavoro, cosciente nell’affrontare gli incarichi che gli venivano affidati ed estremamente rispettoso dei colleghi, dell’azienda e dei ruoli. A Furloni piace far notare il carattere dello scomparso «che lo portava ad essere costruttivo e mai polemico, di poche parole ma sempre ragionate, puntuale nell’adempiere il suo dovere e scrupoloso nell’applicazione delle procedure che l’attività di cantiere richiede, tanto da essere esemplare per tutto l’ambiente in cui operava». IL PRESIDENTE di Sias, da esperto del settore, sollecita le autorità ad «una sensibilizzazione sul tema della sicurezza sui cantieri stradali, che ogni anno paga un tributo di centinaia di giovani vite a causa di una diffusa consuetudine da parte di automobilisti ed autotrasportatori a violare costantemente divieti e limitazioni che i cantieri prescrivono, quasi si trattasse di semplici consigli anziché di obblighi imperativi». •

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