Pandemia, la memoria di Tinè

di L.FEBB.
Lo scultore Lino Tinè ha un altro progetto per Edolo
Lo scultore Lino Tinè ha un altro progetto per Edolo
Lo scultore Lino Tinè ha un altro progetto per Edolo
Lo scultore Lino Tinè ha un altro progetto per Edolo

Si chiama Lino Tinè, è originario di Floridia (Siracusa) ma da più di cinquant’anni lavora a Sesto San Giovanni, e da altrettanti trascorre lunghi periodi a Mù di Edolo. È uno scultore, e dopo aver progettato il monumento alle vittime del covid ricavandolo dal tronco di un grande albero morto (dovrebbe essere installato in autunno nella città alle porte di Milano), durante le vacanze estive ha messo a punto il bozzetto per una scultura da dedicare a medici e infermieri della Valcamonica che si sono sacrificati in questi mesi di pandemia. Avrebbe già in mente anche la collocazione: la rotonda di viale Caduti del Lavoro, nella zona degli impianti sportivi e del plesso scolastico edolese. «Ho pensato a questa rotatoria perché la considero una fonte di luce meravigliosa per fare un’opera d’arte - spiega Tinè -, che non sia effimera, ma che ricordi la tremenda situazione che abbiamo avuto la sventura di vivere. Non voglio che gli eroi del nostro tempo, medici e infermieri, finiscano nel dimenticatoio». Il progetto è stato sottoposto all’attenzione del Comune che, a detta dell’artista, si è mostrata interessata e disponibile. «HO MOSTRATO delle fotografie della zona che mi interessa nelle quali un amico abile a usare il computer ha inserito quello che ho in mente, ovvero l’opera nel suo contesto. Stavolta non intendo usare il legno, ma l’alluminio, proprio per la luce che la rotonda mi ha ispirato. Il materiale ovviamente verrà lavorato a mano e la scultura sarà di grandi dimensioni». Dopo le statue di Mù e di piazza Tognali, insomma, Tinè spera di poter fare il tris a Edolo. •

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