Si guasta la seggiovia: per un’ora 16 sciatori restano sospesi al gelo

di Lino Febbrari
L’arrivo della seggiovia Ponte Valbione: a breve distanza c’è la partenza dell’impianto a fune che ieri è stato al centro di un guasto meccanico
L’arrivo della seggiovia Ponte Valbione: a breve distanza c’è la partenza dell’impianto a fune che ieri è stato al centro di un guasto meccanico
L’arrivo della seggiovia Ponte Valbione: a breve distanza c’è la partenza dell’impianto a fune che ieri è stato al centro di un guasto meccanico
L’arrivo della seggiovia Ponte Valbione: a breve distanza c’è la partenza dell’impianto a fune che ieri è stato al centro di un guasto meccanico

Sono rimasti a penzolare nel vuoto per più di un’ora i sedici sciatori che, distribuiti su sei sedute dell’impianto, stavano usando ieri pomeriggio, attorno alle 16,10, la seggiovia Valbione-Dosso delle Pertiche, da tutti conosciuta come seggiovia di Casola, gestita dalla Sit di Ponte di Legno. Un guaio meccanico all’argano ha bloccato la linea, e appurato che il guasto non era riparabile in pochi minuti, attraverso gli altoparlanti posti su ogni pilone di sostegno il personale della società impiantistica ha provveduto ad avvisare dell’accaduto e a tranquillizzare gli utenti. Nel frattempo, come da prassi, il caposervizio ha informato la sala operativa del «112» ed è così scattata la macchina dei soccorsi. Vigili del fuoco, tecnici del Soccorso alpino, ambulanze e carabinieri hanno raggiunto la partenza a valle della seggiovia che da Ponte arriva a Valbione. Poco prima delle 17,20 il problema è stato risolto e le 16 persone sono state scaricare regolarmente alla stazione di partenza: nessuno ha riportato danni. Sul posto, in Valbione, era intanto arrivata una squadra di vigili del fuoco, ma visto che tutti stavano bene e nessuno necessitava di cure tutti i soccorritori hanno fatto rientro alle rispettive sedi. Un piccolo incidente, certamente poco gradevole per gli sciatori ma comunque fortunatamente «sopportabile» dal punto di vista climatico. Secondo la tradizione, il 30 e 31 gennaio e il primo febbraio sarebbero i giorni più freddi dell’anno, ma ieri, con 8°, alla sommità della pista Serodine del Tonale sembrava di essere in primavera. Un bella domenica di Sole disturbata solo per un paio di ore al mattino da forti raffiche di vento in quota (per tre/quattro volte l’anemometro ha superato gli 80 orari), che ha registrato un discreto numero di presenze su tutti gli oltre 100 chilometri di piste del comprensorio. Quella a 3000 metri sul ghiacciaio è l’unica ski area del demanio in veste veramente invernale, per le temperature (il termometro non è mai salito sopra lo zero) e per gli splendidi scenari innevati che si possono ammirare spaziando dalle lontane vette del Canton Grigioni alle Dolomiti di Brenta. Tutte le altre zone, a partire da Temù, passando per Pontedilegno per arrivare al versante solivo del passo, di bianco hanno quasi solo i tracciati mantenuti in perfette condizioni dagli impianti di innevamento. Tutto il resto, a parte ovviamente le creste e i punti che dopo l’ultima nevicata di inizio anno sono rimasti quasi sempre all’ombra, si mostra come se l’inverno ormai fosse alle spalle: praterie spelacchiate, macchie di bassa vegetazione che spuntano tra la poca neve rimasta, boschi e prati alle prese da settimane con la siccità. Gli operatori turistici? Dopo aver archiviato un ottimo periodo da prima di Natale alla Befana in termini di presenze nelle strutture alberghiere, ora si devono accontentare di avere occupata meno della metà dei posti letto nei fine settimana.•.

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