Turismo per tutti Il piano inclusività inizia da un mito

Anche i percorsi storici, o meglio in questo caso «leggendari», possono diventare più attraenti diventando inclusivi. È il caso del progetto che riguarda l’ormai famoso (e appunto leggendario, anche se ricco di elementi di interesse) Sentiero di Carlo Magno che, intitolato «Una montagna per tutti» e firmato dal consorzio Sol.Co, favorirà l’accesso all’itinerario già percorso da migliaia di pellegrini alla scoperta della Valcamonica partendo dal Sebino. Per farlo passare dalla carta (è stato presentato sul bando sociale 2022 della Fondazione Comunità bresciana) alla realtà mancano però alcuni step. Non solo i mille euro per cui si è lanciata una campagna di fundraising (Iban: IT55B0306909606100000009608, causale 797) ma anche la fase operativa. «Questa iniziativa - spiega Christian Ramus, presidente del Sol.Co - vuole verificare il livello di accessibilità del cammino da Lovere a Pontedilegno. Ci sarà un vero gruppo di lavoro formato dai Comuni, dagli educatori delle cooperative sociali coinvolte (Azzurra, Cardo e Arcobaleno) e di Spazio autismo e dagli ideatori del cammino». Due le direttrici da seguire: le persone con disabilità cognitive, sociali e motorie affronteranno il cammino verificando direttamente il livello di accessibilità del tracciato e delle strutture ricettive che si incontrano, e poi si lavorerà nel concreto per sopperire alle mancanze. Quattro le fasi che vedranno impegnati i soggetti coinvolti nei prossimi mesi: la mappatura, la formazione degli operatori così da utilizzare l’app Outdoor active per raccogliere dati, il monitoraggio delle azioni e la comunicazione, con l’idea di coinvolgere anche i turisti, non solo i residenti. «Il macro obiettivo dell’operazione Una montagna per tutti, sul sentiero di Carlo Magno - chiude Ramus - è quello di contribuire, un pezzo alla volta, a rendere accessibile la Valcamonica e a diffondere e promuovere la cultura dell’accessibilità». Dovranno fare la loro parte in questo senso tutte le realtà territoriali che ricadono sul tragitto e tutte le persone normodotate che lo affrontano. Un altro piccolo sogno che prova a mettere radici, anche grazie al supporto della Comunità montana.•. C.Ven.

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