Volontari per un giorno nel fango di Niardo

di Claudia Venturelli
Personale della società Fedabo al lavoro a NiardoUn’altra immagine  della giornata di lavoro volontario
Personale della società Fedabo al lavoro a NiardoUn’altra immagine della giornata di lavoro volontario
Personale della società Fedabo al lavoro a NiardoUn’altra immagine  della giornata di lavoro volontario
Personale della società Fedabo al lavoro a NiardoUn’altra immagine della giornata di lavoro volontario

Questa volta (non per la prima volta) l’abbigliamento da ufficio ha lasciato spazio a stivali di gomma, guanti e pala. Anche i dipendenti della «Fedabo», una società benefit con sede a Boario, sono scesi in campo per aiutare la popolazione di Niardo colpita dall’alluvione e alle prese ancora per chissà quanto tempo col compito della riparazione dei danni e della ricostruzione. Una cinquantina in tutto quelli che ieri mattina hanno scelto di fare qualcosa per gli altri. A parlare per loro e il loro spirito è la maglietta «La Fedabo siamo noi», che li rendeva riconoscibili negli scantinati pieni di fango, nelle stalle travolte dalla piena, nei cortili ancora inagibili: non hanno avuto paura di sporcarsi e nemmeno di fare fatica, e il valore di queste ore spese tra chi ha bisogno vale molto di più. «Significa interpretare il concetto di società benefit. Noi lo siamo e siamo certificati B-corp - commenta Andrea Fedriga, presidente della società specializzata in consulenze ambietali -, per questo è fuori dubbio che nel nostro Dna c’è la volontà di essere partecipi del dramma di queste comunità». In questa occasione, a una settimana dall’alluvione è stato scelto Niardo, ma non è raro vedere i dipendenti della società nei boschi della Valcamonica, intenti a ripulirli dall’inciviltà di tanti frequentatori. Ogni dipendente dedica in media tre/quattro giorni all’anno al volontariato aziendale: «Pper noi significa essere vicini alle comunità e al territorio - è il pensiero corale dei dipendenti - e in questa occasione ci siamo sentiti di dedicare mezza giornata a questi paesi che hanno ancora tanto bisogno di aiuto. Siamo qui a fare quello che si può». Si sono affidati alla Protezione civile dicendo «fateci fare qualcosa, siamo a disposizione» impiegando ore che l’azienda, attraverso il proprio personale, dedica allo sviluppo sostenibile del territorio in cui è protagonista. Una sensibilità spiccata al vertice che rafforza tutto quello che c’è attorno: cresce il legame dipendente-azienda, fiorisce la motivazione del personale e si arricchisce la cultura aziendale. «I nostri ragazzi sono tutti splendidi - chiude Fedriga, che si è messo a sua volta a disposizione -, sono stati loro a spingerci a dire “facciamo qualcosa anche noi, ci dobbiamo essere”».•.

Suggerimenti