Incastonata tra la Valtenesi e la Valsabbia, sulle colline di Muscoline, si trova una piccola grande oasi unica nel suo genere: è la «Farming for butterflies», la fattoria delle farfalle della Cascina Belmonte, circa tremila metri quadri che da qualche settimana sono diventati una zona di ripopolamento per i bellissimi lepidotteri, riempiti di specie vegetali perfette per favorire il loro arrivo (e la loro permanenza); uno scrigno di biodiversità. L’idea ha preso forma lo scorso anno, in quello che un tempo era un vigneto terrazzato: si è concretizzata prima evitando il taglio del prato, lasciato libero di crescere, e poi con la messa a dimora di specie come trifoglio, melilotus, ginestrino, lupinella, senape, facelia, grano saraceno, sulla, erba medica e lino. Con la nuova primavera, le farfalle sono arrivate davvero: a oggi è stato possibile identificare esemplari di Melanargia galathea, Melitaea athalia, Melitaea didyma e Argynnis paphia solo per citarne alcuni. È solo una delle tante novità della Cascina Belmonte, un’azienda agricola specializzata in viticoltura (biologica) e gestita dal giovane Enrico Di Martino, 38 anni, che se ne occupa ormai da quasi un ventennio, rielaborando la storica cascina di famiglia gestita dai nonni e dai genitori (che ancora danno una mano). Anche la sua è una bella storia da raccontare: nel 2001 ha mollato gli studi di legge per iscriversi ad agraria e avviare così la sua avventura tra colline e vigneti. Nel frattempo è in arrivo la nuova cantina: i lavori sono già in corso; occuperà circa 400 metri quadri ma senza consumare suolo grazie al recupero di tettoie e porticati esistenti, integrata con l’ambiente sia nelle scelte architettoniche (è progettata come un’antica cascina), sia nei materiali, green e a basso impatto. Tutto pronto per settembre, giusto in tempo per ospitare le uve della prossima vendemmia. «Per noi è un po’ come diventare grandi - spiega Di Martino - dopo aver lottato a lungo con spazi non progettati per il vino, tra tettoie, garage e fienili». Impossibile poi non citare «Oscillazioni», una variazione sul tema del tradizionale chiaretto, di fatto il primo rosa frizzante prodotto da Belmonte, in duemila bottiglie e a base di Groppello, Barbera, Sangiovese e Marzemino. Uno sguardo al futuro: procede l’impianto di due ettari di vigneti con varietà Piwi, cioè resistenti alle principali malattie della vite. «Ci vorranno anni, forse decenni - continua Di Martino - ma l’intenzione è quella di integrare ed eventualmente sostituire parte dei vigneti tradizionali. Queste varietà selvatiche sono americane, quindi resistenti ai funghi importati secoli fa proprio da oltreoceano: per la loro resistenza permettono quasi di azzerare l’uso di rame, zolfo e trattamenti contro patogeni sempre più aggressivi per il cambiamento climatico. Anche questa è una scelta per l’ambiente, che speriamo facciano in tanti: la viticoltura, sebbene rappresenti solo il 3% della superficie agricola, utilizza il 65% di tutti i fungicidi». Le varietà piantate a Muscoline sono state sviluppate dai ricercatori dell’Università di Udine e dai vivai Rauscedo: si tratta di Soreli, Solaris, Sauvignon rytos e Cabernet cortis.•.