Maniva, lo sci dietro casa non ha paura del Covid

di Marco Benasseni
Un approccio tradizionale alla neve nell’area del Maniva che domenica è stata presa d’assaltoMotori  sulla neve. In alta valle sono arrivate le snowbike
Un approccio tradizionale alla neve nell’area del Maniva che domenica è stata presa d’assaltoMotori sulla neve. In alta valle sono arrivate le snowbike
Un approccio tradizionale alla neve nell’area del Maniva che domenica è stata presa d’assaltoMotori  sulla neve. In alta valle sono arrivate le snowbike
Un approccio tradizionale alla neve nell’area del Maniva che domenica è stata presa d’assaltoMotori sulla neve. In alta valle sono arrivate le snowbike

Sciatori, appassionati di snowboard e motoslitte, partecipanti alla gara regionale di scialpinismo organizzata da Sci club Pezzoro, ma anche famiglie con bambini e amanti delle camminate in montagna. Domenica in Maniva c’erano proprio tutti. Pure visitatori motorizzati che hanno sollevato curiosità e perplessità in questo ambiente. Anche grazie a una giornata spettacolare, il comprensorio tra Valtrompia e Valsabbia è stato preso d’assalto. Dieci le piste aperte (su un totale di 18), compresa quella dedicata a bob e slitte; nessun problema, quindi, a causa dell’entrata in vigore dell’obbligo del super green pass per chi utilizza gli impianti di risalita. Da lunedì scorso, infatti, il certificato verde rafforzato è diventato l’unico lasciapassare per accedere ai comprensori sciistici. Senza non è più possibile utilizzare funivie, cabinovie e neppure le apertissime seggiovie. La nuova regola riguarda anche questo comprensorio che sposta gli sciatori solo con impianti all’aria aperta, seggiovie e skilift. «Da una settimana è possibile sciare solo con il super green pass - ricorda Stefano Lucchini della società Maniva ski -. I controlli del certificato rafforzato vengono fatti alla biglietteria e alla partenza degli impianti per chi è già in possesso dello stagionale». Intervistato proprio in occasione dell’entrata in vigore del nuovo lasciapassare, Lucchini aveva approvato la scelta dal Governo e dichiarato al nostro giornale di «non temere la nuova regola poiché la percentuale di vaccinati in Lombardia è alta». Non si sbagliava. Il parcheggio davanti alle biglietterie era completo, alcuni sciatori hanno dovuto sostare lungo la strada. Tutti occupati anche i posti auto davanti al rifugio Bonardi e agli appartamenti adiacenti, e parzialmente riempita pure la nuova area di sosta costruita proprio sotto l’hotel gestito dalla famiglia Lucchini. Per non parlare dell’afflusso a bar e ristoranti. «È sempre una bella occasione per staccare la spina e godersi la montagna - raccontavano alcuni clienti del Bonardi -. Il Maniva dista 40 minuti dalla media valle e poco più di un’ora dalla città: è facilmente raggiungibile anche solo per fare due passi sulla neve o far giocare i bambini con bob e slitte». È gli ospiti motorizzati? Sulle lingue di neve sopra l’hotel sfrecciavano numerose motoslitte, ma si sono visti anche un paio di esemplari di snowbike, moto da cross e da enduro riadattate per la neve grazie a impressionanti kit che rendono il veicolo capace di muoversi con disinvoltura: rimpiazzano ruota e freni anteriori con un pattino sci, mentre forcellone e ruota posteriore vengono sostituiti da un cingolo.•.

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