Valtrompia, i tempi si dilatano

di C.REB.
Gianpietro Cannerozzi
Gianpietro Cannerozzi
Gianpietro Cannerozzi
Gianpietro Cannerozzi

Dietro il sequestro dei cantieri dell’autostrada della Valtrompia non c’è tanto una questione di natura ambientale, che sarà risolta con la bonifica, ma anche e sopratutto una mancanza di autorizzazioni che dilaterà i tempi. Difficile, quindi, che le ruspe possano entrare in azione nei primi mesi del 2020 come ipotizzato dall'Anas. Molto dipenderà dal pronunciamento del gip, chiamato a convalidare la misura cautelare fatta scattare dalla sezione di polizia giudiziaria dell'Arpa dopo un sopralluogo nella zona degli scavi in località Codolazza, tra Concesio e Villa Carcina. La genesi dell’ispezione viene spiegata da Gianpietro Cannerozzi, direttore dipartimento Arpa Lombardia di Brescia. «Abbiamo incontrato i rappresentanti di Anas e dell’azienda Salc il 13 dicembre. Nella riunione è stata concordata una ricognizione in cantiere, effettuata il 18. Nei giorni precedenti era stata controllata la documentazione per verificare lo stato dei luoghi». Sono emerse così le anomalie nella movimentazione terra e nel piano di utilizzo delle rocce da scavo. «Abbiamo scoperto - precisa Cannerozzi - che mancavano alcune autorizzazioni». Le lacune sono anche figlie del mancato aggiornamento del fascicolo burocratico del progetto, in gestazione da 20 anni e con una Valutazione di impatto ambientale scaduta da tempo. «È evidente - ammette Cannerozzi - che questo intervento si inserisce in una procedura amministrativa lunghissima: sottoposto a Valutazione di impatto ambientale nel 2002, con esito positivo, è stato approvato dal Cipe nel 2005, quindi sono passati altri 15 anni». Riscontrato che sul cantiere si stavano svolgendo attività non supportate dall’ok delle autorità competenti, i lavori sono stati bloccati e il cantiere sequestrato. Con la movimentazione della terra sono emerse zone di contaminazione, «ma è un problema che purtroppo in provincia di Brescia si manifesta ovunque: basta scavare e si trova qualcosa - ammette Cannerozzi -. Ma stiamo parlando di contaminazione facilmente risolvibile, non si tratta di una “bomba ecologica”». Più complessa la questione delle autorizzazioni, che implica la potenziale contestazione di violazioni. Impossibile, dunque, prevedere quando ripartiranno i lavori. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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