IL PROCESSO

Bimbo annegato in piscina: in aula lo strazio della madre

di Mario Pari
Ripreso il procedimento per la morte di Ansh, vittima della tragedia del 19 luglio 2020 in via Rodi
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua
I soccorsi al piccolo Ansh nelle fasi immediatamente successive al recupero in acqua

Attimo dopo attimo, metro dopo metro. Con i ricordi straziati di una madre, di un bagnino, di una bagnante. Quelle ore, quei minuti, quelle corse con il defibrillatore sono state al centro delle tre deposizioni nel processo che si sta celebrando a Brescia per la morte del piccolo Ansh, annegato il 19 luglio del 2020, alla vigilia del suo settimo compleanno, nella piscina di via Rodi, mentre in tanti, si divertivano, si refrigeravano.

I bimbi stavano giocando nella vasca piccola. Poi, ho visto mio figlio che giaceva sul bordo

A processo sono quattro adulti, i due genitori della vittima e due bagnini. Poi ci sono altri due bagnini, ma la loro posizione è al vaglio della procura dei minorenni. Nell ’udienza di ieri si è assistito alla deposizione della madre del piccolo che, in quella domenica era in piscina con lui. «Non avevo pensato ha detto il genitore - alla vasca grande, non sapevo fosse così profonda, ma i bambini stavano giocando in quella piccola».

Poi «i bambini si sono rivolti a noi per la merenda e al grande abbiamo dato la brioche, al piccolo il succo di frutta. Mio marito ha preso la confezione vuota del succo di frutta e quando è tornato ha sentito un chiasso anomalo. Io non capivo più niente, mio figlio giaceva sul bordo e una ragazza praticava il soccorso. Io ho visto questo». La madre di Ansh ha spiegato che si trattava della prima volta in piscina, ma in altre occasioni erano stati al lago. E ha risposto che per due ore i figli avevano giocato nella piscina piccola «che non sembrava pericolosa e per due ore avevano giocato serenamente» e che c’erano «bambini che giocavano tanto nella piscina piccola quanto in quella grande».

La deposizione di un bagnino che era in servizio

Nel corso dell’udienza ha quindi deposto uno dei bagnini che era in servizio e che aveva iniziato l’attività da pochi giorni. «Ero - ha raccontato - nella zona del lato lungo della piscina, stavo sorvegliando la mia zona quando ho alzato lo sguardo e ho visto tirare su un bambino. Sono corso subito c’erano altre due persone. Il ragazzino non era cosciente e usciva la bava dalla bocca, poi sono iniziate le manovre e sono andato a prendere il defibrillatore. In pochi minuti ci è resi conto che il ragazzo non rispondeva». Il bagnino è stato poi interrogato sulla struttura della piscina grande e di quella piccola. Ha ricordato che le varie altezze dell’acqua erano segnalate da cartelli e scritte sul pavimento. Inoltre i bagnini «prestavano attenzione ai bambini che andavano verso la piscina grande senza l’accompagnamento dei genitori». Il papà di Ansh sarà in aula l’8 maggio.•.

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