E' stato somministrato questa mattina, 19 marzo, per la prima volta in Italia un anticorpo monoclonale (lecanemab) in un paziente a cui è stato diagnosticato l'Alzheimer ereditario. Un importante capitolo della storia della sanità bresciana e nazionale, scritto dall'Irccs Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia. La somministrazione rientra in un programma di ricerca farmacologica sperimentale (protocollo DIAN-TU-001), dedicato alle persone con una forma genetica di questa malattia.
Un programma già approvato negli Usa per la malattia non genetica
«Il lecanemab è approvato negli Usa come terapia per la malattia non genetica, mentre in Europa non è ancora disponibile. Va detto però - spiega Samantha Galluzzi, geriatra e ricercatrice dell'Irccs Fatebenefratelli di Brescia che le forme genetiche sono rare, rappresentando circa l'1% dei malati. Ma hanno un forte impatto sui pazienti e sui loro caregiver, perché presentano uno sviluppo giovanile dei sintomi, tra i 40 e i 50 anni d'età". "Per questa ragione - conclude la dottoressa e ricercatrice -, il programma prevede che l'anticorpo in questione sia somministrato non solo a chi ha già sviluppato i sintomi, ma anche a chi è portatore della variante patogenetica. Cioè lo somministriamo per rallentare l'esordio della malattia» .