Il caso

Cronica mancanza di personale sul Garda (e non solo): la stagione estiva è già zoppa

di Silvia Avigo e Luciano Scarpetta
Camerieri, baristi, collaboratori di sala: sul Garda gli operatori sono sempre più preoccupati

Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia: il vecchio motto descrive alla perfezione anche in questa stagione la mancanza di personale nelle strutture turistico-ricettive del Garda.

Un anno fa di questi tempi un po’ tutti, albergatori, esercenti e negozianti, erano alla ricerca di personale: dai lavapiatti, ai camerieri, per finire agli chef, c’era difficoltà ad assumere per la stagione estiva e si imputava per lo più ai giovani «da divano» di preferire le opportunità offerte dal Reddito di cittadinanza al lavoro stagionale.

Lo stop al Reddito di cittadinanza non ha migliorato le cose

Dodici mesi dopo il sussidio è stato abolito, sono stati (re)introdotti anche i voucher per alcune categorie come i lavoratori assunti in occasione di festival o eventi particolari, ma la sostanza rimane sempre quella: manca personale.

«Siamo a livelli non certo migliori dello scorso anno – certifica senza filtri il presidente del Consorzio turistico Garda Lombardia Marco Girardi -; forse si trova magari un po’ più gente rispetto allo scorso anno, ma manca il personale qualificato. Sotto questo aspetto forse il trend è peggiorato. Si trova gente sì, ma perlopiù camerieri e aiuto cuochi improvvisati».

Il progetto 

Proprio per questo motivo durante la stagione invernale a Limone, consapevoli che una delle risorse più importanti per una attività sono i collaboratori, si è deciso di dare il via ad una campagna di selezione andando direttamente sul posto, negli istituti alberghieri della Slovacchia a reclutare personale.

«L’esperimento ha dato buoni risultati – afferma Girardi – e da fine giugno, appena le ragazze e i ragazzi concluderanno gli studi, un centinaio di loro arriveranno, ma è solo una minima parte di ciò che abbiamo bisogno. Abbiamo trovato loro vitto e alloggio».

Il problema "alloggio"

È questo infatti, uno se non forse il primo problema per piccole località come quelle della riviera del lago. «A Limone – continua Girardi - alcuni hanno risolto il problema acquistando ex hotel per ricavarci camere e alloggi per lavoratori ma è chiaro che non è una soluzione alla portata di tutti. Purtroppo, all’80% del personale serve dare loro anche vitto e alloggio e se gli stessi provano a cercarlo non lo trovano. In ogni caso tanti giovani rispetto al passato non gradiscono il lavoro stagionale perché richiede impegno anche nei fine settimana con i turni serali. Cercano piuttosto impieghi attraverso i quali possano essere più liberi e per questo non credo che nelle prossime stagioni la situazione possa migliorare molto».

Da sottolineare infine, cosa niente affatto marginale, che adesso i contratti stagionali sono anche più corti rispetto al passato con ripercussioni, dopo la riforma della Naspi, sull’assegno di disoccupazione.

Cercasi collaboratori

«La stagione 2024 è ormai iniziata ma le vetrine dei locali sono piene di cartelli con la scritta ”cercasi collaboratori” - afferma anche Andrea Maggioni, presidente di Salò Promotion l’associazione commercianti salodiani -. Il fenomeno negli ultimi anni, soprattutto dopo il Covid sta assumendo dimensioni difficilmente gestibili se non con un ridimensionamento della qualità del servizio di numerosi locali. Occorre però un salto di qualità anche nella narrazione del lavoro stagionale, credo infatti che il problema sia anche strutturale. In Italia ci sono solo 18 istituti alberghieri, in Spagna oltre 40. Se è vero che il turismo è il petrolio d’Italia, ecco, allora occorre rimettere al centro della formazione dei nostri ragazzi dell'istituto alberghiero, aggiornando i piani di studio. Non possiamo avere istituti come quello di Gardone Riviera che sono costretti a sospendere i laboratori per intere settimane per mancanza di risorse. Collaborare in un bar, un ristorante, un hotel o un campeggio per la stagione non significa portare un piatto al tavolo o essere sfruttati, significa fare una esperienza umana e professionale».

La campagna di selezione

Proprio per questo i commercianti salodiani a febbraio hanno deciso di dare il via ad una campagna di selezione del personale, raccogliendo le candidature attraverso l’associazione di categoria. L’obiettivo è di stimolare l’occupazione in questa area, agevolando l’incontro di persone interessate a lavorare nel settore con le diverse strutture salodiane: «L’associazione mira all’ambizioso progetto di mettere “la persona giusta al posto giusto” - dice Maggioni -. Solo su Salò, ad oggi, le posizioni aperte sono oltre 30. Chi fosse interessato potrà inviare il proprio CV con fototessera alla mail info@salopromotion.it. I CV verranno poi inviati a tutti quegli esercizi commerciali che hanno posizioni lavorative aperte».

L’area del basso lago

Anche nel Basso Garda trovare personale sta diventando una chimera. La stagione è alle porte e si prospetta potenzialmente anche peggio dell’anno scorso: camerieri, addetti alla sala come alle camere non si trovano e, se per adesso la situazione è ancora gestibile, è una corsa alla ricerca di personale per almeno i mesi più caldi.

«È un problema che ci trasciniamo da anni e che con il Covid ha raggiunto picchi inimmaginabili, perché è come se le persone avessero cambiato priorità e modo di vita - commenta il presidente di Visit Desenzano Emanuele Bonotto -. Cerchiamo di andare incontro offrendo più tempo libero o e più denaro ma tutto è inutile, eppure il comparto turistico non è l’unico che richiede turni e lavoro nei weekend e durante le feste, basta pensare alle forze dell’ordine o ai medici. Eppure le persone non vogliono lavorare nel fine settimana, soprattutto i giovani, anche quelli che hanno frequentato la scuola alberghiera - prosegue Bonotto -. Forse c’è anche troppa protezione delle famiglie che così non aiutano certo a crescere i loro ragazzi, lavorare nel turismo è un’esperienza unica, che permette di girare il modo stando a casa e crescere umanamente che socialmente». 

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