Delitto Donegani, dopo
11 anni ceduta all’asta
la casa di Gatti

di Mario Pari

Dall’agosto del 2005 al settembre 2016. Undici lunghi anni senza un padrone per quella che era passata alle cronache come la «casa dell’ orrore». È la villetta a due piani in via Ugolini, dove vissero fino all’estate 2005 a piano terra i coniugi Aldo Donegani e Luisa De Leo e al primo piano il nipote Guglielmo Gatti. Quanto accadde quella estate è storia: Gatti è stato condannato all’ergastolo in via definitiva per aver ucciso e fatto a pezzi i due zii ed è rinchiuso nel carcere di Opera. Fu arrestato il 17 agosto 2005 e, dal momento che i Donegani erano stati uccisi, da quel giorno la villetta è rimasta senza un padrone.

DIVERSO il destino per i due piani dell’edificio. Il piano terra si troverebbe in una sorta di limbo, dal momento che l’unico erede dei due coniugi è Guglielmo Gatti, che però - essendo stato condannato per l’omicidio degli zii - è considerato dalla legge «indegno» di ricevere l’eredità.

Nell’inverno scorso l’appartamento è stato anche occupato da «antagonisti» di un centro sociale e consegnato a una famiglia straniera che nei giorni precedenti era stata sfrattata dalla casa in cui viveva. L’occupazione si è protratta fino a non molto tempo fa. L’appartamento in cui viveva Guglielmo Gatti, invece, è sempre rimasto disabitato e da anni si stava cercando di venderlo per risarcire i familiari delle vittime. Ma più di un’asta è andata deserta. Fino ai mesi scorsi. Quando un privato ha messo la parola fine a quella che sembrava essere diventata una sorta di «maledizione» della villetta. Il nuovo padrone ha acquistato il primo piano, quello in cui appunto abitava Guglielmo Gatti, per una cifra di poco inferiore ai 70 mila euro.

L’appartamento, in considerazione del tempo trascorso dal suo abbandono richiederà certamente degli interventi. E prima dell’ ingresso del nuovo proprietario, secondo quanto previsto dalla legge, dovranno passare altri mesi. Poi l’ideale per il nuovo proprietario sarebbe poter intervenire anche sull’appartamento al primo piano per una ristrutturazione completa dell’edificio. Ma quest’ipotesi sembra difficilmente configurabile in tempi brevi, alla luce degli aspetti legali che devono essere affrontati. Quanto al ricavato della vendita, una parte nemmeno troppo ridotta sarà destinata alle spese di procedura.

TRA I FAMILIARI di Luisa De Leo, però, c’è soddisfazione per l’esito positivo dell’asta. «Mi tolgo un bel pensiero - conferma il fratello Luigi De Leo -. Non si tratta soltanto di quanto è successo lì dentro. Per me vuol dire anche mettere una pietra sopra un quintale di carte dopo tutti questi anni». Un lungo letargo durante il quale è stato necessario intervenire massicciamente dopo che l’incuria e l’abbandono avevano reso il giardino una mezza giungla e i vicini si erano lamentati per la precarietà igienica che caratterizzava l’edificio. Ora sembra si stiano avvicinando i giorni del ritorno agli anni in cui in via Ugolini non c’era alcuna «villetta dell’orrore» ma soltanto una tranquilla palazzina a due piani...

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