piazza paolo VI

Dopo mille giorni il presidio anti-depuratore lascia Brescia e diventa itinerante

di Cinzia Reboni
Una festa con i cittadini prima di «levare le tende». Gli ostacoli e le multe della Loggia

«Mille e una notte» per celebrare un traguardo senza precedenti e guardare al futuro con la stessa determinazione, ma con una prospettiva diversa. Sono trascorsi mille giorni da quando il Presidio 9 Agosto ha messo radici in piazza Paolo VI per portare avanti la sua battaglia contro il progetto del depuratore del Garda e il piano di trasferire i reflui del lago nel bacino idrico del fiume Chiese, e contro la nomina del commissario straordinario dell'opera. Una mobilitazione di cittadinanza attiva che si è evoluta in un movimento capace di lavorare in maniera trasversale per la difesa della democrazia, la tutela del territorio e la salvaguardia di due preziose risorse idriche.

Simbolo d tenacia

«Un traguardo che simboleggia la passione e la determinazione di una comunità che resiste con fermezza ad una deriva antidemocratica e all'imposizione di un progetto folle, tecnicamente ingiustificabile e dai costi inaccettabili», sottolinea Piera Casalini del coordinamento del Presidio. L’anniversario verrà celebrato domenica 5 maggio  - giorno numero 1001 - con una non stop di musica, giochi e aperitivi a partire dalle ore 18.30. Il giorno dopo, per scelta dell'assemblea dei presidianti, il gazebo verrà smantellato. Ma la battaglia continuerà, con una forma di protesta itinerante.

Battaglia itinerante

Il «Presidio mobile» porterà la voce del movimento nei territori. In questi mille giorni, grazie al lavoro instancabile dei presidianti e al sostegno di migliaia di persone, «sono state organizzate circa 200 iniziative culturali e ricreative, convegni, manifestazioni. Il Presidio – sottolinea Raffaella Giubellini - ha dovuto affrontare molte avversità, compreso l'ostruzionismo della Loggia, che nell'ultimo anno ha negato l'autorizzazione all'occupazione di una piccola area della piazza comminando sanzioni amministrative che hanno raggiunto i 5 mila euro e togliendoci addirittura la corrente elettrica». Intanto Ersaf e Cirf hanno dato il via allo studio dello stato ecologico del Chiese, «ma ci vorrà almeno un anno prima di avere i risultati – spiega Sergio Aurora -. Assurdo pensare che il progetto del depuratore possa andare avanti senza prima avere queste analisi».

Lunedì una delegazione del Presidio incontrerà i tecnici di Acque Bresciane per fare il punto della situazione rispetto all'affidamento della progettazione, «e saremo costantemente presenti ad ogni Consiglio provinciale finchè non deciderà di votare la terza mozione sul depuratore – conclude Aurora -. La nostra battaglia non si ferma, e per il futuro ci attende una grande sfida: andare alla “conquista” dei territori gardesani».

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