istruzione

Elezioni e scuole chiuse: vacanze in anticipo per 90mila studenti bresciani

di Magda Biglia
Stop alle lezioni il 6 anziché l’8 giugno: le consultazioni europee e quelle amministrative «sequestreranno» oltre duecento plessi scolastici bresciani, 32 soltanto in città
Una sezione allestita all’interno di una scuola in una delle scorse elezioni
Una sezione allestita all’interno di una scuola in una delle scorse elezioni
Una sezione allestita all’interno di una scuola in una delle scorse elezioni
Una sezione allestita all’interno di una scuola in una delle scorse elezioni

Almeno 90 mila alunni bresciani chiuderanno l’anno scolastico 2023-24 con uno e due giorni di anticipo, cioè alle 13 di giovedì 6 giugno invece che l’8 come da calendario fissato. Sono più di 200 i seggi elettorali per le elezioni europee, e in alcuni casi per le concomitanti amministrative, allestiti in alcuni dei plessi scolastici che in provincia di Brescia sono 769 per 143 istituzioni, dalla materna statale alle superiori. Soltanto nel capoluogo sono 32 i seggi, nelle aule di primarie, soprattutto, e secondarie di primo grado, oltre che all’Iis Castelli e al liceo classico Arnaldo, a cui si aggiungono l’ospedale Civile, le case di cura Sant’Anna, Città di Brescia, Poliambulanza.

Soprattutto primarie

Lo stesso accade in tutta la provincia: si predilige la primaria e, quest’anno, anche se le sedi sono sempre le stesse, accade a ragion veduta perché l’orario su cinque giorni settimanali ne fa perdere soltanto uno. In Italia sono 61.562 i seggi ospitati nelle scuole, quasi nove su dieci. Da anni si sviluppa il dibattito su questo utilizzo improprio e, in tempi di Covid, la faccenda si era fatta più aspra, con una norma del 2021 che dava contributi ai Comuni che spostassero in un altro luogo le urne del voto. Nel Paese si sono verificati 471 trasferimenti nel 2020, 117 nel 2021, 78 nel 2022, decisamente pochi. In Italia sono stati «salvati» 1453 edifici scolastici, in Lombardia ne sono stati «salvati» 147. E pochi sono pure nel Bresciano i Comuni che sono riusciti a trovare delle alternative anche perché i requisiti richiesti sono parecchi, primo fra tutti la possibilità di alloggiare i soldati con relativi servizi.

Poi c’è il problema che trasferendo il seggio bisogna rifare le schede elettorali e gli incartamenti relativi. Comunque non mancano paesi che nel tempo hanno individuato una diversa soluzione, piccoli della Valcamonica come Cevo, Lozio o Vione, rivieraschi benacensi come Gardone, Moniga o Manerba, della Bassa come San Paolo, della Val Sabbia come Vobarno, dell’hinterland come Flero e Bagnolo Mella. Hanno usato sale comunali e municipali, anche indirizzi della polizia locale. L’ultimo pare essere stato Desenzano nel 2023: i seggi della primaria Achille Papa di via Mazzini sono finiti al Centro sociale di via Castello 80, pensando anche a una maggiore facilità di parcheggio, il che ha la sua importanza.

Buoni propositi

In una audizione alla Camera del 2022 «Cittadinanza attiva» proponeva un piano quinquennale di investimenti, in particolare per le grandi e medie città che hanno maggiori problemi a spostare i seggi: per l’elevato numero o per la difficoltà a garantire una dislocazione comunque prossima alla residenza degli elettori o a rivedere e semplificare le indicazioni logistiche e tecniche per i seggi o a dare diffusione alle buone pratiche esistenti. «Le esperienze di alcune amministrazioni che sono riuscite, con modalità differenti, a reperire per le consultazioni spazi altri, andrebbero diffuse e messe a disposizione di tutti, attraverso il supporto e il coordinamento dell’ANCI» scriveva il verbale. Soprattutto, però sarebbe importante, si disse, incrementare la digitalizzazione del procedimento elettorale e il voto elettronico «che può rappresentare sia un alleggerimento e una diminuzione dei seggi elettorali “stanziali”, sia un incentivo alla partecipazione al voto soprattutto per persone con disabilità, anziani, o cittadini lontani dalle proprie sedi per motivi di lavoro, di salute». Sono passati due anni, nuove elezioni sono state bandite ma la situazione non pare essere cambiata.

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