storie di artigiani/29

Emanuele Frassi: «Io e il vetro, un legame speciale da Christo al Salone del mobile»

di Giada Ferrari
Alla scoperta dell'artigiano che lavora in contrada del Carmine e si racconta tra quotidianità e sogni
Emanuele Frassi con la sua particolare rivisitazione di un pincanello, lavoro di qualche anno fa
Emanuele Frassi con la sua particolare rivisitazione di un pincanello, lavoro di qualche anno fa
Emanuele Frassi con la sua particolare rivisitazione di un pincanello, lavoro di qualche anno fa
Emanuele Frassi con la sua particolare rivisitazione di un pincanello, lavoro di qualche anno fa

 Riflessi, trasparenze, saldature, varcando la soglia di «Vetri di Vetro», la bottega di Emanuele Frassi in contrada del Carmine 5, ci si trova catapultati in un regno dove la luce danza e le forme prendono vita. È come attraversare uno specchio, in cui ci si ritrova circondati da mille riverberi di storia e bellezza, catturati nel fragile splendore del vetro.

Quando si è appassionato al vetro?

Ho iniziato per caso. A 13 anni ho partecipato ad un corso alla fiera mercato di Bienno dedicato alle vetrate artistiche. Durava un mese ed è allora che ho realizzato la mia prima vetrata, poi inserita nella sagrestia della chiesa del Romanino, a Pisogne. Da lì non ho mai smesso.

Non si tratta, dunque, di una tradizione di famiglia?

Diciamo che l’arte in casa c’era, mia madre dipinge, ma nessuno aveva mai lavorato con il vetro. (...)

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