edilizia

Ex Tintoretto, 25 milioni per il piano alternativo

di Eugenio Barboglio
Dal ministero semaforo verde per trasferire parte dei fondi Pinqua persi nell'iniziativa con Redo. Via a 69 alloggi a Sanpolino
Sanpolino, una strada del quartiere nato agli inizi del 2000 e che ora si allargherà con tre nuovi edifici
Sanpolino, una strada del quartiere nato agli inizi del 2000 e che ora si allargherà con tre nuovi edifici
Sanpolino, una strada del quartiere nato agli inizi del 2000 e che ora si allargherà con tre nuovi edifici
Sanpolino, una strada del quartiere nato agli inizi del 2000 e che ora si allargherà con tre nuovi edifici

 Il Comune di Brescia spunta 25 milioni di euro al tavolo ministeriale. Lo schema di accordo che l’Alta commissione Pinqua ha esaminato martedì, e su cui aveva lavorato di concerto con la Loggia, ha trovato conferma. È probabilmente il massimo che Brescia potesse sperare, dopo che il progetto di housing sociale costruito con Redo sgr era entrato in crisi. La società aveva fatto un passo indietro, la gestione dei fondi secondo le regole pubblicistiche imposte dal Pnrr (dove i fondi Pinqua sono confluiti) non le garantivano più l’economicità attesa. Il Comune si era trovato beffato, niente 42 milioni di fondi nazionali per i quali si era impegnata con Redo in una operazione pubblico-privata, e niente 270 appartamenti. E la torre benevoliana di San Polo sacrificata, dopo essere stata svenduta - secondo alcuni - dall’Aler. Con le spalle al muro la Loggia ha cercato un’alternativa.

La sindaca Laura Castelletti ha costruito un team ad hoc (l’assessore Garza, il dg Baccaglioni) che ha trattato con Roma il salvataggio di almeno una parte di quei soldi che aveva cominciato a perdere il giorno di dicembre scorso in cui Redo non aveva firmato la seconda convenzione. La partita era complicata, erano in ballo alloggi pubblici e l’opposizione di centrodestra aveva il fucile spianato. Una scomoda posizione per l’assessore all’Urbanistica Michela Tiboni che aveva voluto l’operazione con i fondi Pinqua, nel mirino di una parte della stampa.

L’alternativa

La Loggia ieri l’altro è uscita da quell’angolo. «Abbiamo lavorato in silenzio», ha detto Castelletti. Con i 25 milioni di euro realizzerà un progetto alternativo di 69 appartamenti a Sanpolino, in attesa che Redo faccia i suoi 270 promessi, senza i soldi del Pinqua/Pnrr, perché ha scelto di non sottoscrivere la seconda convenzione, ma con i soldi propri del progetto con il quale aveva vinto il bando dell’Aler. E se non lo farà? «Ha depositato una fideiussione - dice il dg Marco Baccaglioni - Il Comune verificherà i modi per escuterla, nel caso». Comunque non lascerà nulla di intentato con Redo. Il vuoto lasciato dalla Torre potrebbe restare tale se Redo dovesse lasciar scadere la convenzione in essere (del 2021) o vedere crescere qualche palazzina se Redo tornasse sulle sue posizioni.

In Comune confidano che lo faccia, «l'interlocuzione è aperta». Le condizioni di mercato e le strategie della sgr determineranno il futuro dell’area che fu Torre Tintoretto. Ma sarà quella una operazione tutta privata, come in origine doveva essere, prima che il Comune la supportasse cogliendo l’occasione dei fondi Pinqua. Così come questa a Sanpolino è tutta pubblica: sarà finanziata integralmente dai 25 milioni ottenuti martedì dall’Alta commissione. «Sono due operazioni distinte», tengono a dire in Loggia, gli assessori Marco Garza e Valter Muchetti.

Un nuovo isolato

Tra le vie Merisi, Formentini, corso Bazoli, su 5500 metri quadri, a partire dai primi mesi del 2025 sarà realizzato un isolato fatto di tre edifici da 5 piani per un totale di 7.275 mq di slp. Dovrà essere completato entro il 31 marzo dell’anno seguente, il termine ultimo per le opere finanziate con i fondi europei. Ma il Comune non teme di non farcela: «I tempi ci sono, altrimenti il Ministero non avrebbe detto di sì al nostro piano». Toccherà a Brescia Infrastrutture lavorarci. La scelta di Sanpolino è la più logica, lì i terreni sono comunali, dal Piano di edilizia economico popolare (Peep) che edificò il quartiere agli inizi degli anni Duemila sono residuati 129mila metri quadri da costruire. È una zona servita dalla metropolitana, una zona che dall’arrivo di nuovi residenti potrebbe trarre ragioni di rilancio (con la residenza sono previsti spazi per l’artigianato e il commercio). «Il nostro obiettivo è uno, a Sanpolino come con Redo a San Polo: dare case ai bresciani, non altro», conclude Castelletti.

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