«Fa effetto sapere che le figlie siano sospettate per un delitto»

L’abitazione  di Temù da dove Laura Ziliani sarebbe partita per l’escursione
L’abitazione di Temù da dove Laura Ziliani sarebbe partita per l’escursione
L’abitazione  di Temù da dove Laura Ziliani sarebbe partita per l’escursione
L’abitazione di Temù da dove Laura Ziliani sarebbe partita per l’escursione

Il giorno dopo a Temù sono davvero poche le persone che nutrono dubbi sul fatto che il corpo ritrovato domenica mattina vicino alla ciclabile non sia quello di Laura Ziliani: «È vero, manca il responso del Dna – mette le mani avanti il sindaco Giuseppe Pasina -, ma siamo convinti che si tratti di lei. E personalmente sono persuaso che l’abbiano ammazzata e poi sepolta in quel punto. Naturalmente toccherà alla magistratura far luce su quanto accaduto e individuare i colpevoli, ma resto della mia idea: Laura non è fuggita, non è rimasta vittima di un incidente in montagna e non è stata trascinata in quel punto dalla piena dell’Oglio, ma è stata uccisa e il suo corpo messo a pancia in giù in quella buca scavata ai piedi di una pianta». Della 55enne ex vigilessa, trasferita a Brescia nel 2013, l’anno dopo la morte del marito, e da allora impiegata all’ufficio tecnico di Roncadelle, non si sa nulla dalla mattina dell’8 maggio, quando, a detta delle figlie Paola e Silvia Zani (entrambe indagate insieme al fidanzato di quest’ultima per omicidio e occultamento di cadavere), era uscita per una passeggiata nel bosco. Per una settimana centinaia di soccorritori hanno passato al setaccio una vasta porzione di territorio, perlustrando a fondo ogni possibile luogo solitamente frequentato dalla donna, comprese le rive del fiume dove l’altro ieri è stato trovato il cadavere irriconoscibile. In paese c’è poca voglia di parlare della vicenda. I turisti sostengono che ne sono venuti a conoscenza domenica mattina vedendo lo spiegamento di forze dell’ordine e un lungo tratto di ciclabile chiuso a pedoni e ciclisti: «Sicuramente fa un certo effetto sapere che le figlie e un ragazzo sono sospettati di aver commesso questo orrendo delitto», ammette un anziano milanese seduto su una panchina in piazza a leggere il giornale. Una signora che abita a pochi passi da via Ballardini, proprio di fronte alla palazzina di quattro piani dove Laura Ziliani trascorreva i fine settimana, allarga le braccia e sconsolata: «Almeno avrà una degna sepoltura». La soluzione del giallo dell’estate dovrebbe arrivare al più tardi dopo Ferragosto. Non appena completati gli accertamenti sul luogo del ritrovamento, domenica sera il corpo è stato portato all’Istituto di medicina legale di Brescia: innanzi verrà paragonato il Dna del cadavere con quello dei familiari della scomparsa. L’esame autoptico dovrà poi svelare come è morta la donna e, nel caso di un atto criminale, se è stata uccisa sulle rive dell’Oglio oppure altrove e trasportata in un secondo tempo per esservi seppellita.•. L. Febb.

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