Il caso

Droga e sesso, il parroco del Garda in Procura nega violenze e minacce

di Paolo Cittadini
Il sacerdote finito questa estate al centro di uno scandalo sessuale interrogato dal pm ha respinto l’accusa più grave
Parroco
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Ha ammesso tutte le sue debolezze, ma ha respinto l’accusa più grave, quelle di violenza sessuale, e di avere minacciato il ragazzo la cui denuncia aveva fatto partire l’inchiesta nei suoi confronti. È stato sentito in procura a Brescia il parroco di casa nella zona di Desenzano finito nel corso della scorsa estate nel registro degli indagati, e al centro della cronaca, per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, minacce e violenza sessuale.

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Il sacerdote in Procura per un lungo interrogatorio

Mercoledì 25 ottobre il sacerdote, sessantenne, che la Diocesi di Verona ha sospeso da qualche tempo, ha risposto alle domande del sostituto procuratore titolare del fascicolo aperto nei suoi confronti e che pochi giorni fa ha chiuso le indagini. Accompagnato dal suo legale, per tre ore il sacerdote ha raccontato al magistrato degli incontri a pagamento e dello stupefacente trovato nella sua abitazione gardesana rigettando però l’accusa di avere molestato (si tratterebbe di «palpeggiamenti» non voluti) da una transessuale che all’inizio di agosto lo aveva raggiunto nella sua abitazione sulla sponda bresciana del lago di Garda. Nelle ultime settimane il parroco, che in estate la Diocesi di Verona aveva «spostato» per qualche tempo a Roma e che per problemi di salute era anche stato ricoverato in ospedale, aveva fatto «perdere» le proprie tracce. Tornato sul Garda ha deciso di farsi sentire in procura. Nei prossimi giorni l’avvocato del sacerdote incontrerà nuovamente il pubblico ministero per trovare una via d’uscita (il patteggiamento oppure un altro rito alternativo) che eviti la strada del dibattimento.

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La vicenda

La «calda» estate del religioso era iniziata quando un ragazzo sudamericano lo aveva denunciato. Il giovane si era rivolto ai carabinieri di Desenzano raccontando che il parroco, conosciuto nel 2020 su una app di incontri, lo avrebbe minacciato davanti alla sua richiesta di saldare il pagamento per alcune prestazioni sessuali concordate. Solo qualche giorno dopo, nella notte tra l’1 e il 2 agosto, il sacerdote era tornato a fare parlare di sé quando una transessuale era fuggita dalla sua abitazione gettandosi letteralmente dalla finestra. In quel caso erano intervenuti gli agenti del commissariato di Desenzano che una volta entrati in casa avevano scovato alcuni grammi di cocaina. Poche ore dopo la transessuale lo aveva denunciato per violenza sessuale.

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