Dopo il voto, si avvierà la procedura per l’insediamento delle Camere. La prima riunione del Parlamento è stata fissata il 13 ottobre. Quel giorno, i neo eletti entreranno per la prima volta a Montecitorio e a Palazzo Madama. Ma il Parlamento, prima di essere completamente operativo, dovrà eleggere i rispettivi presidenti. Sia il presidente della Camera (l’incarico è attualmente ricoperto da Roberto Fico), sia il presidente del Senato (l’incarico oggi è di Elisabetta Casellati), devono essere scelti fra i membri della Camera che li elegge. Quindi, il presidente della Camera deve essere un deputato e il presidente dell’assemblea di Palazzo Madama deve essere un senatore. Il voto è segreto. Alla Camera, ai primi tre scrutini è richiesta una maggioranza qualificata, dal quarto scrutinio basta la maggioranza dell’aula. Al Senato, due votazioni con maggioranza degli aventi diritto, la terza con maggioranza dei presenti. La quarta, se necessaria, è un ballottaggio fra i due più votati al terzo scrutinio. In caso di parità, vince il più anziano anagraficamente. Quando le Camere avranno eletto i rispettivi presidenti, saranno insediate a tutti gli effetti. A quel punto, il capo dello Stato inizierà le consultazioni fra le forze parlamentari per dare l’incarico di formare il nuovo Governo. Questo è il passaggio su cui è più difficile fare previsioni temporali. La formazione dell’esecutivo può richiedere pochi giorni, o interi mesi, poco auspicabile questa seconda ipotesi, visto l’autunno alle porte che si annuncia preoccupante per la crisi energetica e, facendo i debiti scongiuri, per una pandemia da non sottovalutare nonostante l’ottimismo delle autorità sanitarie e le protezioni indotte dalle vaccinazioni. Il presidente incaricato dal Presidente della Repubblica sceglierà i ministri fra le forze che fanno parte della maggioranza a cui si rivolge, e si presenterà poi in Parlamento per il voto di fiducia di Camera e Senato.•. W.G.