IN COMMISSIONE

La stele di Paladino in piazza Vittoria per sempre. La sindaca: «Perché no?»

di Eugenio Barboglio
Castelletti: «Fa parte della città, i bresciani sono abituati a vederla. Con l'artista ne stiamo parlando». Il Bigio destinato a rimanere nei magazzini del Comune
La Stele di Paladino sul piedistallo di piazza Vittoria
La Stele di Paladino sul piedistallo di piazza Vittoria
La Stele di Paladino sul piedistallo di piazza Vittoria
La Stele di Paladino sul piedistallo di piazza Vittoria

La stele di Paladino come il Bigio. È questo l’orientamento della Loggia; a considerali almeno pari nella legittimità a stare sulla fontana di piazza della Vittoria. Anzi, visto che la stele non si chiama Era Fascista, come invece il Bigio, è molto più probabile che in piazza ci starà la stele, a lungo. «È lì ormai da sette anni, i bresciani sono abituati a vederla. Fa parte della città. E credo che ci stia anche bene lì», sottolinea la sindaca Laura Castelletti a margine del Consiglio comunale di ieri.

Più o meno le parole usate dal pd, Andrea Curcio, per il quale anche la stele ha acquisito ormai un valore simbolico, a cominciar da quello di anti-Bigio, viene da dire. Dunque Bigio e anti-Bigio, l’uno simbolo del Ventennio, l’altro di una nuova era, che del Ventennio non ne vuole sapere, e che ne evita i simboli, le effigi. In fondo quanto detto da Castelletti e Curcio riprende un ragionamento dello stesso sovrintendente Luca Rinaldi. Che se non ha mai nascosto che per lui il Bigio avrebbe dovuto tornare al suo posto, aveva anche sostenuto che la piazza senza il colosso del Dazzi, quella cioè del dopoguerra, aveva ormai una sua validità storica. Ed è questa tesi che ora sembra prevalente a Palazzo Loggia. Dove di fatto oggi si sta dicendo: la stele di Paladino resti pure lì. E lì probabilmente resterà: «Paladino ne sarebbe anche contento, ne stiamo parlando».

Il Bigio ancora nei magazzini del Comune

In questo modo sarebbe superato il problema della fontana, che con una scultura ha un senso, senza non ce l’ha. E infatti la rimozione della stele portava con se il tema del che fare della fontana, che era stata ripristinata dal sindaco Paroli nell’ambito delle opere complementari alla metropolitana. E che fare invece del Bigio? La sensazione è che per un po’ resterà ancora nei magazzini del Comune.

Brescia: la statua del Bigio conservata nei magazzini comunali di Via Rose dal 1945
Brescia: la statua del Bigio conservata nei magazzini comunali di Via Rose dal 1945

Per il centrodestra è uno spreco, non solo culturale, ma pure economico: «Si sono spesi soldi per restaurarlo per niente». Ma lì resterà, almeno fino a quando non sarà pronto il teatro Borsoni (per la fine della primavera la struttura, la piena funzionalità è attesa per settembre-ottobre): la più probabile tra le destinazioni, anche se tutt’altro che sicura (starà bene quel marmo accanto al teatro?). «Succederà qualcosa alla stele e al Bigio entro luglio?»: il centrodestra vorrebbe saperlo e ha inserito la domanda in una interrogazione in Consiglio.

Max Battagliola della Civica per Rolfi è insoddisfatto della risposta: «Dalla sindaca non si è capito cosa ne sarà». Sicuramente non ne sarà nulla prima di luglio, (e probabilmente, come dicevamo, anche dopo). Il 28 maggio è l’anniversario della strage di piazza Loggia e sgomberare la stele di Paladino per far posto a.... in Comune è impensabile. Anche quando Paroli voleva ricollocare il Bigio erano i giorni del 28 maggio, e frenò, sconsigliato dall’allora questore. Castelletti non ha mancato di ricordarlo al centrodestra (Rolfi era il vice di Paroli): «Anche voi non metteste la scultura in piazza». Ma oltre a non metterla, Castelletti ricorda che se oggi per lo meno se ne discute allora no: «Non vi fu una sola commissione. Il centrosinistra all’opposizione non fu mai interpellato sulla scelta di ristrutturare il Bigio e ridestinarlo al piedistallo».

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