IN PROCURA

Morto dopo l'intervento ai denti: in tre rischiano il processo

di Paolo Cittadini
Chiuse le indagini per il decesso di Luigi Floretta. Omicidio colposo il reato contestato ai professionisti che l’hanno operato
Una veduta del Tribunale di Brescia
Una veduta del Tribunale di Brescia
Una veduta del Tribunale di Brescia
Una veduta del Tribunale di Brescia

Secondo i consulenti incaricati dalla procura a provocare il decesso sarebbe stato un sovradosaggio di anestetico. La relazione, redatta dai medici legali Chen Yao e Giorgio Antonio Liotti, è entrata così a fare parte degli atti a disposizione del pubblico ministero che nelle scorse ore ha chiuso le indagini per la morte di Luigi Floretta, il 45enne tecnico della Rai di Bolzano morto in ospedale a distanza di qualche giorno da un intervento odontoiatrico a cui era stato sottoposto, lo scorso giugno, in una clinica della città.

Gli indagati

Tre le persone iscritte nel registro degli indagati e che nei prossimi mesi, qualora la procura decidesse di chiederne il rinvio a giudizio, potrebbero trovarsi in un’aula del Palagiustizia di Brescia per il processo. Omicidio colposo è il reato che la procura contesta al dentista titolare della clinica dove era avvenuto l’intervento, una sua assistente e l’anestesista (esterno) che il giorno dell’intervento si trovavano nello studio odontoiatrico.

Ricostruzione e relazione

Floretta il 27 giugno aveva raggiunto la clinica per essere sottoposto a un intervento programmato da mesi. Il 45enne al termine dell’intervento aveva accusato un malore. Le seue condizioni erano subito apparse molto gravi e Floretta era stato portato d’urgenza al Civile di Brescia dove il suo cuore aveva cessato di battere la sera del 30 giugno. Le prime ipotesi ritenevano che il decesso potesse essere stato provocato da una reazione allergica oppure da alcuni problemi di salute della vittima. A «ribaltare» tutto è stata la relazione depositata dai consulenti della procura.

«La tossicità sistemica da anestetico locale (lidocaina sovrapposta all’articiana - secondo i due medici legali - ha determinato un arresto cardiaco al termine di una procedura odontoiatrica». Per i consulenti: «La concentrazione ematica della lidocaina al momento della crisi cardiaca, avvenuta alle 14.40, era certamente più elevata di quanto riscontrato nel campione ematico esaminato tra le 18.55 e le 20.10». Del farmaco somministrato non ci sarebbe però traccia nella cartella clinica messa sotto sequestro dai carabinieri del Nas. «Non essendovi menzione di lidocaina nelle fonti documentali - scrivono i consulenti rilevando una carenza nella compilazione della cartella clinica del paziente - Non è possibile indicare con certezza quale sanitario avesse somministrato tale farmaco né l’orario di somministrazione, né il preciso dosaggio». Sono invece state ritenute «essenzialmente corrette» le procedure di rianimazione eseguite su Floretta. Gli indagati hanno ora 20 giorni per farsi sentire o depositare una memoria poi la procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio.

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