IL DELITTO DI URAGO MELLA

Omicidio Borin, indagini chiuse. Per la Procura c’è un colpevole

di Mario Pari
Diva Borin, 86 anni, la vittima Polizia in via Ballini durante la fase delle indagini sul delitto
Diva Borin, 86 anni, la vittima Polizia in via Ballini durante la fase delle indagini sul delitto
Diva Borin, 86 anni, la vittima Polizia in via Ballini durante la fase delle indagini sul delitto
Diva Borin, 86 anni, la vittima Polizia in via Ballini durante la fase delle indagini sul delitto

00 Il corpo senza vita era stato trovato nella sua abitazione di via Ballini a Urago Mella, poco meno di un anno fa, sabato 2 marzo 2019. Ora l’inchiesta sulla morte dell’86enne Diva Borin è stata chiusa dalla Procura. E c’è un unico indagato, al quale viene contestato l’omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti.

L’INDAGATO è Salvatore Spina, 37 anni, dipendente di un supermercato che da qualche mese aveva iniziato ad aiutare l’anziana. E Diva Borin aveva disposto che alla sua morte andassero a Salvatore Spina metà dell’immobile in cui lei abitava e 60mila euro. Secondo la ricostruzione del pm Antonio Bassolino il 37enne avrebbe ucciso l’anziana dopo aver maturato da tempo la decisione. Questo, sempre secondo la Procura, per entrare in possesso della metà dell’immobile e dei 60mila euro; una somma che, in particolare, sarebbe stata parte di una polizza da 90mila euro sottoscritta il 21 febbraio con decorrenza 27 febbraio. E quello che la Procura considera un omicidio pluriaggravato si sarebbe consumato tra il tardo pomeriggio e la serata di venerdì 1 marzo. Le indagini sono state condotte dalla squadra Mobile della Questura di Brescia, e gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica del delitto. Salvatore Spina, nell’abitazione di Diva Borin, l’avrebbe afferrata da dietro e soffocata. Questo sarebbe avvenuto utilizzando un foulard per strangolarla. Non solo: oltre a strangolarla avrebbe agito con tale forza da romperle l’osso del collo. Per la Procura il delitto sarebbe stato commesso anche per avere la certezza di scongiurare il rischio che la vittima non cambiasse idea sulle disposizioni testamentarie. Cosa che era già avvenuta in passato.

LA PROCURA, però, non si limita a contestare a Salvatore Spina, l’omicidio volontario. Ipotizza anche responsabilità con riferimento a una presunta frode processuale aggravata. Si sarebbe concretizzata, secondo gli inquirenti, perchè l’indagato, dopo aver ucciso Diva Borin, ne avrebbe adagiato il corpo su un divano con il foulard stretto al collo. In questo modo avrebbe inscenato una morte per soffocamento avvenuta diversamente rispetto al delitto. Spina, inoltre, per gli inquirenti, avrebbe fatto sparire il telefono cellulare di Diva Borin. Sugli sviluppi dell’inchiesta, l’avvocato Giacomo Nodari, legale di fiducia di Spina, ha dichiarato: «La priorità è quella di conoscere tutte le carte d’accusa per valutare la migliore strategia difensiva. Spina è molto scosso in quanto accusato di un fatto grave, ma anche perchè è accusato di aver ucciso una persona con la quale aveva un rapporto di familiarità. Spina vive inoltre in una piccola comunità e quindi questa vicenda mette in difficoltà lui e la sua famiglia». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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