Omicidio Bozzoli: ergastolo per il nipote Giacomo, il trentaseienne accusato di avere ucciso lo zio Mario e di averne distrutto il cadavere nella fonderia di Marcheno l'8 ottobre 2015. Così ha deciso la corte d'Assise di Brescia al termine della camera di consiglio iniziata nel pomeriggio di giovedì 29 settembre e durata per quasi trenta ore. Accolta in pieno, in primo grado, la richiesta della pubblica accusa, nonostante non si sia mai trovata traccia del corpo: il reato contestato è l'omicidio volontario premeditato. La difesa aveva invece chiesto l'assoluzione per totale assenza di prove.
Le reazioni del condannato
Alla lettura del verdetto Giacomo Bozzoli ha imprecato in maniera udibile da chi gli stava intorno. Si è passato una mano tra i capelli, poi ha parlottato con i difensori. Lasciando l'aula ha dato l'impressione di non essersi reso bene conto di cos'era successo. L'hanno sentito mormorare: "Ma mi hanno condannato?".
Le reazioni della moglie dell'imprenditore scomparso
In aula era presente anche Irene Zubani, la moglie dell'imprenditore mai più ritrovato. La donna ha sorriso e ha abbracciato gli avvocati di parte civile. Poi ha detto: "Da sette anni aspettavo una risposta, devo ancora realizzare l'accaduto. Giusto che chi ha sbagliato paghi. Se sono felice? Non si può essere felici in questi momenti, rimane un profondo senso di amarezza: mio marito comunque non ritorna".
Il provvedimento della Corte
La Corte d'assise ha disposto anche la trasmissione degli atti alla procura per valutazioni di competenza per ipotesi di concorso in omicidio e distruzione di cadavere a carico Oscar Maggi, uno degli operai della fonderia Bozzoli; di favoreggiamento personale per il senegalese Abu, un altro operaio dell'azienda; di falsa testimonianza a carico di Alex Bozzoli, fratello del condannato.