«Per i nostri nipoti non ci sarà più Pensiamo oggi a come vivere senza»

Le rilevazioni condotte  nei mesi scorsi
Le rilevazioni condotte nei mesi scorsi
Le rilevazioni condotte  nei mesi scorsi
Le rilevazioni condotte nei mesi scorsi

«La cosa più preoccupante per noi è la sparizione del ghiacciaio, che avverrà tra una cinquantina di anni». Lino Zani le montagne bresciane le conosce bene, le ha esplorate e fatte conoscere, e ora queste sue parole suonano davvero molto tristi, soprattutto anche una seconda considerazione: «Noi non lo vedremo, ma i nostri figli, i nostri nipoti sì. E allora dovremo iniziare a pensare come vivere senza». Senza ghiaccio e anche senza la sua acqua che arriva nel fondovalle: come sarà possibile?

La situazione del ghiacciaio dell’Adamello è drammatica. Ormai quasi un anno fa, sulle colonne di Bresciaoggi, nei drammatici giorni del crollo che era avvenuto sulla Marmolada causando la morte di undici persone, il professor Roberto Ranzi, da trent'anni in ruolo all'Università degli Studi di Brescia dove è docente di monitoraggio e sistemazione dei bacini idrografici e membro cooptato del Comitato Glaciologico Italiano, e che ha speso gli ultimi vent’anni ad osservare l’evoluzione del ghiacciaio dell’Adamello, sottolineava come ormai le lingue bianche in territorio trentino siano destinate a sparire in una decina d’anni, lasciando il ghiacciaio solo bresciano. Inoltre impressionanti sono le immagini realizzate in time lapse (tutti i giorni dal 4 luglio 2020 al 19 settembre 2022) in un servizio in collaborazione tra il servizio glaciologico Lombardo e Commissione Glaciologica SAT con il supporto di Enlaps (https://www.youtube.com/watch?v=mIQBt6sHaw4): viene dimostrato che in quel lasso di tempo il ghiacciaio è arretrato di 174 centimetri e ha perso 18 metri di spessore. In 26 mesi si tratta di numeri spaventosi.•.

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