Pinacoteca, il Tar: «La copertura era autorizzata»

di Eugenio Barboglio
Il render del «tetto» di vetro e acciaio che è stato progettato dal Comune per coprire il cortile interno della Piancoteca
Il render del «tetto» di vetro e acciaio che è stato progettato dal Comune per coprire il cortile interno della Piancoteca
Il render del «tetto» di vetro e acciaio che è stato progettato dal Comune per coprire il cortile interno della Piancoteca
Il render del «tetto» di vetro e acciaio che è stato progettato dal Comune per coprire il cortile interno della Piancoteca

La copertura in acciaio e vetro del cortile della Pinacoteca Tosio Martinengo non è illegittima. Nel senso che non è priva di autorizzazione valida, come invece sostenuto dalla Soprintendenza per le belle arti. Non ha sbagliato, non fa fatto il passo più lungo della gamba, il Comune di Brescia ad appaltare il progetto esecutivo e pure i lavori. Insomma, a procedere, a dar corpo agli atti necessari alla realizzazione. Non ha sbagliato, perché quell’autorizzazione lo consentiva. Consentiva quei passi. Era sufficiente per partire con la procedura di realizzazione della copertura, anche se restavano in sospeso alcuni particolari costruttivi che la Sovrintendenza voleva valutare. QUESTO dice l’ordinanza del Tar di Brescia, che ha dato così ragione al Comune. La Loggia si era rivolta al tribunale amministrativo dopo che il soprintendente Luca Rinaldi aveva comunicato, a settembre, che l’autorizzazione rilasciata nel 2017 dalla stessa Soprintendenza, ma a guida Stolfi, era stata erroneamente interpretata dal Comune come un via libera. Secondo gli uffici di via Calini, il fatto che le «prescrizioni non fossero state ottemperate» era decisivo. E quindi, «il progetto doveva ritenersi non approvato». Per i giudici della prima sezione del Tar di Brescia, invece, evidentemente, non sono decisivi quegli elaborati esecutivi. Elaborati che dovranno, comunque, essere presentati dal Comune entro il 10 gennaio. Quanto alla Soprintendenza, dovrà esaminarli ed emettere un parere entro il 10 febbraio. Entrambe le parti torneranno dal giudice amministrativo il 10 marzo per proseguire il giudizio. Ma quali erano questi particolari esecutivi, che secondo il Comune (e il Tar) non frenavano le procedure di affidamento del progetto e dei lavori, mentre a parere della Soprintentenza sì? Il primo riguarda i sistemi di ancoraggio delle strutture verticali ed eventuali risoluzioni delle interferenze con il partito architettonico. Il secondo, i dettagli della soluzione per l'appoggio e fissaggio della struttura in sommità alle murature perimetrali. I terzo concerne il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche. Il quarto è la soluzione per eliminare o attenuare l'effetto di «retinatura» dei prospetti per la proiezione d'ombra delle nervature strutturali della copertura. A parere del Tar è «inoppugnabile» che nel dicembre del 2017 il progetto sia stato approvato. Scrive il collegio giudicante: «L’autorizzazione alla realizzazione della copertura del cortile è già stata rilasciata, sulla base di una progettazione all’epoca ritenuta dalla stessa Soprintendenza di sufficiente approfondimento, salvo che per i quattro profili, oggetto di riserva e prescrizioni, i quali soltanto erano incerti e per cui andava e va trovata, per quanto ancora controverso, tra le Amministrazioni interessate una congiunta soluzione, operando secondo i principi di leale collaborazione, ragionevolezza, e buona fede». Il tribunale, dunque, sospendendo in via cautelare l’efficacia del provvedimento della Soprintendenza, invita le parti a collaborare al progetto definitivo. E gli dà appuntamento a marzo. Ipotizza anche la possibilità per la Soprintendenza della revoca dell’autorizzazione, ma al rischio di risarcimenti. LA COPERTURA in acciaio e vetro rispondeva all’idea di creare una sorta di giardino d’inverno nel cuore della Tosio Martinengo, su quale si dovrà affacciare la caffetteria. Un luogo fruibile dal pubblico anche nei mesi freddi e direttamente raggiungibile dal portone su via Martinengo da Barco. La sua realizzazione rappresenta il penultimo step dei lavori che già hanno visto aprire al pubblico le sale delle collezioni permanenti, prima di passare alla rigenerazione del giardino che sarà progettato dalla designer di paesaggio, la britannica Sophie Walker, nota anche per essere la compagna dell’artista anglo-indiano Anish Kapoor. Artista a cui si deve il progetto, non compiutamente realizzato, dell’allestimento delle sale delle esposizioni al piano nobile del palazzo barocco. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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