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Scuola bresciana, è allarme presidi: un terzo dei posti rischia di restare vuoto

di Magda Biglia
Alle reggenze aumentate durante l’anno si aggiungeranno dieci pensionamenti: arrivano fino a cinquanta le sedi che possono rimanere senza il titolare. Il 23 maggio c’è il concorso: 4.031 domande per la Lombardia ma solo 155 disponibilità

Parte il tanto sospirato concorso ordinario per coprire i tanti posti dirigenziali vacanti negli istituti scolastici: il 23 maggio al pomeriggio si terrà la prova preselettiva in presenza in contemporanea sul territorio nazionale, resasi necessaria per l’alto numero delle domande.

Le domande e le risposte...negative

Finirà in tempo per il prossimo anno? Basteranno i 587 posti in palio? Due domande che paiono già avere risposta negativa. I candidati, iscritti entro il 17 gennaio, sono quasi 25 mila, cifra enorme da smaltire considerati anche gli altri concorsi in ballo.

«Il bando era atteso molto prima, la fine di maggio è tardi; le prove si devono fare ma anche valutare. Più semplice la preselettiva, ma scritti e orali richiedono molto impegno. Già trovare i commissari non è semplice e ci avviamo verso il periodo denso degli esami di maturità. Sarà arduo concludere entro i termini», sottolinea Luisa Treccani, segretaria generale della Cisl scuola.

Le domande in Lombardia

In Lombardia le domande sono state 4.031 per 155 posti: è la Regione con più aspiranti e più posti. Però nel Bresciano erano 23 le reggenze indicate all’inizio del 2023-24, aumentate nel corso dell’anno da tre presidi andati all’estero, E da altri tre presidi che a metà anno si sono vista respingere dalla Corte dei Conti la domanda di slittamento della pensione, avendo a loro volta anche due sedi, e da altri vuoti per motivi personali come sempre accade, fino a raggiungere circa una quarantina.

A questi vanno sommate dieci richieste di pensionamento, volontarie o forzate, che non sono poche e interessano pure presidi con reggenza che vuol dire due posti persi. Qualcuno vorrebbe restare, e l’ha già fatto per un anno, ma servono concomitanti due criteri, l’avere avviato un progetto internazionale e avere necessità di ulteriori contributi dopo i 40 anni di lavoro nella scuola, e ultimamente pare più rigida la concessione di proroga. Potrebbero insomma avvicinarsi alla cinquantina gli uffici dirigenziali senza titolare nel settembre del 2024.

Assenze pesanti

La mancanza o il doppio lavoro di alcuni è particolarmente pesante in questo periodo di Pnrr, con tanti progetti in fieri e finanziamenti ingenti da gestire secondo regole burocratiche stringenti, con la concomitante carenza di Dsga, i dirigenti di segreteria. Unica detrazione alla cifra deficitaria verrà dai tre dimensionamenti in provincia con la diminuzione di tre posti, a meno che non ci siano trasferimenti.

A questo proposito un’altra soluzione potrebbe essere la possibilità di destinare il 100 per 100 dei posti liberi alla mobilità interregionale, ma si è visto nell’anno precedente che il territorio non ha molto appeal, anche perché spesso le sedi vacanti sono in zone disagiate.

La situazione nel Bresciano 

Non solo ma per Brescia non è detto che questo non si trasformi in un boomerang, data la volontà di tornare al Sud da parte di molti. Insomma, fatti un po’ di conti, sui 141 istituti rimasti un terzo potrebbero essere scoperto: quei 155 posti regionali non ancora suddivisi non sarebbero sufficienti.

Una ventina o poco più per Brescia, seconda provincia dopo Milano per consistenza? Sarà una boccata di ossigeno, ma non definitiva.

L'esame

L’esame del 23 avrà durata dalle 14,30 alle 15,45: chi non si presenterà verrà escluso. Vedrà una distribuzione territoriale non ancora decisa, sarà comunicata la prossima settimana; si stanno raccogliendo le disponibilità delle scuole e una potrebbe essere il Primo Levi di Sarezzo.

Le materie sulle quali i candidati avranno 75 minuti di tempo al computer sono parecchie: la conoscenza di tutta la normativa del sistema educativo italiano e anche straniero, della modalità di conduzione delle organizzazioni complesse, dei processi di programmazione, gestione e valutazione delle istituzioni scolastiche, dell’organizzazione degli ambienti di apprendimento, con particolare riferimento all’inclusione scolastica, all’innovazione digitale e ai processi di innovazione nella didattica, dell’organizzazione del lavoro e della gestione del personale, più elementi di diritto civile, penale e amministrativo.

Dopo la prova preselettiva, un numero di candidati pari a tre volte il numero di posti disponibili per ciascuna regione sarà ammesso a sostenere la prova scritta che avrà anche quesiti in lingua inglese. Ci sarà poi l’orale e la stesura della graduatoria finale per la quale conteranno in parte anche i titoli.

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