L'EVENTO

Seimila penne nere bresciane all’adunata di Vicenza: «Insieme si può fare tanto»

di Marta Giansanti
Per Enzo Rizzi sarà la prima come nuovo presidente sezionale di Brescia: «Diffondiamo i nostri valori»
Migliaia di penne nere bresciane sono pronte a radunarsi a Vicenza
Migliaia di penne nere bresciane sono pronte a radunarsi a Vicenza
Migliaia di penne nere bresciane sono pronte a radunarsi a Vicenza
Migliaia di penne nere bresciane sono pronte a radunarsi a Vicenza

Per Enzo Rizzi, eletto lo scorso marzo, quella di Vicenza dal 10 al 12 maggio sarà la prima adunata nazionale in veste di presidente della sezione Ana di Brescia.

Con lui ci saranno 3mila alpini dei 161 gruppi sezionali e altrettante penne nere della Monte Suello Salò, guidata da Sergio Poinelli, e della Vallecamonica con Ciro Ballardini. Insieme, nella manifestazione principe dell’ANA che vedrà sfilare migliaia di penne nere tra le principali vie vicentine.

Una parola, «insieme», che traccerà la strada di questo primo mandato da leader: «Dopotutto, da soli non si va da nessuna parte» dice Rizzi che nella sua nuova avventura sarà affiancato dai vicepresidenti Lorenzo Ossoli, Angelo Bersini, Giuseppe Cotelli e Franco Richiedei.

«Faremo grandi cose insieme a tutta la squadra e alle migliaia di penne nere - promette -. La nostra sezione, tra le più importanti in Italia, negli ultimi tempi è stata segnata da alti e bassi. Fatti che ci hanno imposto una brusca frenata: dal calo degli iscritti fino al Covid». L'abolizione della naja ha infatti bloccato l'ingresso di nuova linfa nell'associazione e la pandemia ha sferrato un duro attacco: in pochissimi mesi sono «andati avanti» 300 alpini solo della sezione di Brescia.

«Il Covid ha decimato gruppi e colpito il morale, ha messo a dura prova la resistenza alpina - spiega Rizzi -. Da quel periodo siamo usciti logorati nello spirito e nei numeri ma la poca fiducia nel futuro è stata ampiamente ripagata dall’affetto di un Paese che ha imparato a percepirci realmente per ciò che siamo, uomini di pace, e soprattutto per ciò che non siamo più: uomini di guerra». Un’associazione «del fare» che ha aiutato, senza mai tirarsi indietro, chi era in difficoltà. «Ma - torna a ribadire il neopresidente - la chiave di svolta ora è l’impegno di ognuno di noi». Nessuna rivoluzione, promette, ma «un adattamento alla società attuale nel solco dei principi alpini, un percorso difficile ma percorribile».

Le altre sfide

Obiettivo principale? Attirare e coinvolgere le giovani generazioni: «Entreremo sempre più nelle scuole, ci faremo conoscere e diffonderemo i nostri valori».

Un piano già entrato vigorosamente nel vivo: in estate avrà il via la prima esperienza bresciana del campo scuola, ospitando ragazzi dai 16-25 anni nella Casa dell’Alpino di Irma. Un progetto nazionale che lo scorso anno ha coinvolto 13 luoghi e oltre mille ragazzi. Ma non è tutto. Diversi i traguardi già raggiunti. A partire dal prossimo secondo raggruppamento: il principale raduno alpino, dopo l’adunata nazionale, sarà ospitato a Montichiari il 19 e il 20 ottobre (l’ultimo in provincia risale al 2011 a Palazzolo) con la partecipazione di oltre 15 mila penne nere dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna. Il giorno prima si riunirà il consiglio nazionale e si scoprirà se le tre sezioni di Brescia avranno meritato l’adunata 2026: «Ce la giochiamo con Matera e con Genova, ma abbiamo buone possibilità».

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