La strada piena di macchine parcheggiate, gli amici che si abbracciano in silenzio, quel silenzio spezzato ogni tanto da pianti a dirotto. Un viavai che dalle 19 di ieri sera ha fatto capire ai passanti di via Re Rotari in città che qualcosa di grave era successo. E che fa riflettere su quanto Christian Poletto fosse amato e conosciuto da tanti, tantissimi.
Ora Cristian non c’è più. L’ha inghiottito una strada maledetta, nel tardo pomeriggio, a Ospitaletto, e ora dal balcone di casa sua decine di amici e parenti cercano di mostrare la loro vicinanza a mamma e papà.
Un ragazzo vivace, pieno di voglia di fare e di vivere
Un ragazzo vivace, intelligente, pieno di voglia di fare e di vivere. Da sempre aveva dimostrato di amare il lavoro pratico; era acuto, ironico, sportivo: faceva kickboxing. Era bravo, sapeva quello che voleva. Christian è ricordato così da molti dei suoi professori dell’Istituto Artigianelli di Brescia, che lo hanno conosciuto a partire dalla seconda superiore, quando si era trasferito lì dall’Itis Castelli. E proprio agli Artigianelli aveva trovato la sua strada, i suoi compagni di classe, i suoi amici. Aveva trascorso tre anni sereni tra le mura dell’Istituto, crescendo, imparando e alla fine raggiungendo il suo traguardo: si era diplomato l’anno scorso tecnico per l’automazione industriale.
E aveva subito cominciato a lavorare perché era un ragazzo deciso, perspicace, che presto avrebbe trovato la sua indipendenza. Sembra quasi impossibile, morire così giovane, quando la vita è pronta a spalancarti le porte, quando hai voglia di spaccare il mondo, quando hai solo sogni e speranze. Invece ora rimangono sgomento, incredulità, disperazione. L’unica certezza è che Christian con la sua vita, seppur breve, è riuscito a lasciare il segno. Un segno che non sarà certo dimenticato da chi l’ha conosciuto.