Serviranno non 2 milioni di euro come inizialmente previsto, ma bensì 4 milioni, esattamente il doppio, per mitigare il rischio di crolli rocciosi dal monte Comer a Gargnano nel tratto di versante compreso fra la Val di Gaz e la Valle del Rio San Martino. Peggio: non basteranno le solite reti paramassi a valle, perché i corpi rocciosi instabili sono così tanti che andranno «impacchettati» uno per uno, alzando così i costi dell’intervento. Il minuzioso censimento pietra su pietra eseguito nei mesi di luglio e agosto tramite calate dal versante, laser scanner, droni ed elicottero dai tecnici dello studio associato di geologia applicata ed ambientale Bembo Zecchini di Gargnano, ha permesso di identificare e mappare diverse condizioni di instabilità, che devono essere mitigate al più presto nell’area che sovrasta la periferia nord, verso San Giacomo. (...)
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