l'intervento

Desenzano, oltre 250mila trote immesse nel Garda. Ma non basta a far guizzare di vita il lago

di Luciano Scarpetta
Dai cormorani ai persici passando per i siluri, troppi nemici naturali per la specie regina. E adesso rischia anche il carpione

Molte di loro non riusciranno a fuggire dalle fauci degli affamati persici che popolano il lago di Garda. Altre, invece, finiranno in pasto ai cormorani o ai siluri del basso lago. E’ altrettanto certo però che le 250mila trote rilasciate nel fine settimana, al traino delle «buone pratiche» di schiusa e accrescimento all’incubatoio regionale di Desenzano, riusciranno a diventare adulte.

Sono piccoli pesci tra i sei e i nove centimetri di taglia «seminati» nel lago dai volontari di UpBs che gestisce l’incubatoio ittiogenico bresciano, in coordinamento con il personale della Polizia provinciale.

L'iniziativa

Numeri decisamente insufficienti, ma in ogni caso necessari per la salvaguardia della specie considerato che le zone tradizionali di frega sono praticamente scomparse salvo qualche rara sporadica eccezione alla foce trentina del Sarca e nel torrente Toscolano.

«Qualche associato – conferma il portavoce dell’Unione pescatori bresciani – segnala in questi giorni catture di trote con la tirlindana delle dimensioni di una trentina di centimetri. Si tratta di esemplari immessi un paio di anni fa, le prime. Buon segno. Nei giorni scorsi – continua - abbiamo anche seminato oltre 30 mila lucci e in giugno probabilmente inizieremo le spremiture delle tinche che poi entreranno in riproduzione all’incubatoio di Desenzano».

Il "re" carpione

Detto della «regina» del lago, capitolo a parte merita il «re» carpione, specie presente solo nelle profonde acque a forte rischio di estinzione. Non esistendo purtroppo nessun controllo scientifico e amministrativo da parte delle regioni benacensi e nonostante gli innumerevoli buoni propositi degli «enti preposti», si continua a ragionare sulla sua salvaguardia tenendo conto delle tradizioni orali tramandate dei vecchi e purtroppo ultimi pescatori.

«Proprio di questo rarissimo pesce – afferma nel merito Germano Bana – sono giunte in questi giorni segnalazioni di catture e rilasci di esemplari da 20-30 centimetri con la canna da pesca dalle parti di Lazise. Esemplari di dimensioni importanti, pescati su fondali non profondissimi. Una novità o forse una consuetudine. Adesso con i social - sottolinea Bana - le notizie girano più velocemente rispetto al passato quando faceva fede solo il passa parola dei pescatori. E’ però certo che se non partono degli studi per capire bene come si comporta questa specie, tutte le azioni per provare a salvare il carpione saranno servite a poco. Lo scorso anno ne abbiamo seminati circa 6 mila nel lago e questa stagione peraltro, ne sono stati spremuti pochi. Forse sarebbe opportuno, visti i numeri, trattenere gli esemplari negli impianti per capire il da farsi nelle prossime stagioni».

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