L'ESPERTO

Uccelli morti: «Segnalare tutti i casi alla Polizia provinciale»

di Giada Ferrari
Giancarlo Bazzoni del Cras parco Adamello: «Niente improvvisazioni e non toccate gli animali». Gabbiani, alzavole, germani e altri esemplari di rapaci e anatidi sono le specie target colpite dal virus H5N1 che sul lago
Sono soprattutto i gabbiani gli uccelli più colpiti da questa influenza aviaria
Sono soprattutto i gabbiani gli uccelli più colpiti da questa influenza aviaria
Sono soprattutto i gabbiani gli uccelli più colpiti da questa influenza aviaria
Sono soprattutto i gabbiani gli uccelli più colpiti da questa influenza aviaria

Gabbiani, alzavole, germani e altri esemplari di rapaci e anatidi sono le specie target colpite dal virus H5N1 che sul lago di Garda sta facendo strage di volatili e per il quale i diversi enti zootecnici sono in stato di allerta. «Si tratta di aviaria, un virus ad alta patogenicità - spiega Giancarlo Bazzoni operatore del Cras parco Adamello -. È una sorta di influenza che sulle persone, per ora, non ha nessuna conseguenza». Ad oggi il virus non ha fatto salto di classe o di specie, e si limita agli uccelli. «Tra l’altro non a tutte le specie ma solamente ad alcune, tra cui il genere dei gabbiani - prosegue Bazzoni -. In particolare, nel nostro centro di recupero ad oggi abbiamo accolto un solo gabbiano che purtroppo non è riuscito a sopravvivere». Molti esemplari, infatti, vengono rinvenuti già morti e non arrivano nemmeno in struttura. «Da noi arrivano in condizioni critiche, generalmente perchè recuperati dopo giorni di malessere». L’alta patogenicità del virus porta gli operatori a dover utilizzare una serie di precauzioni durante la visita in struttura.

«Usiamo un’area di quarantena separata con presidi di protezione per evitare di trasportare il virus all’esterno e poi nelle sale dove ci sono gli altri animali». Camici, calzari, guanti e mascherina monouso sono le «armi» per proteggersi dal virus che è trasmissibile tramite: feci, liquidi corporei, addirittura dalla muscosa oculare. «Anche applicare la terapia ci porta a dover usare protezioni usa e getta e lavare sempre bene le mani. Un po’ come abbiamo imparato a fare con il Covid». La malattia si può confermare solo a seguito di tampone. «Ci vogliono circa 72 ore per avere il risultato. Ad ogni modo non esiste una sintomatologia visibile che permette di riconoscere ad occhio nudo che l’animale è infetto da aviaria», ricorda Bazzoni. I sintomi sono generalmente spossatezza, problemi respiratori, l’animale si presenta debilitato, si muove poco e non mangia, ed in queste condizioni è soggetto a infettarsi con altre malattie. «L’influenza aviaria segue l’andamento di un’influenza quindi appena si alzeranno le temperature l’infezione andrà a scemare», spiega Bazzoni. Ma come comportarsi in caso di ritrovamento di un esemplare potenzialmente malato? «Non bisogna improvvisare e soprattutto è meglio non toccarlo - chiude Bazzoli -. Solo la polizia Provinciale è addetta al recupero di fauna selvatica, quindi è bene informali subito». La Provinciale risponde durante la settimana al numero 030 3748000, mentre nel fine settimana allo 030 3748080. Dopo la presa in carico della segnalazione, interverranno nel recupero sul territorio.•

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