LE INDAGINI

Per la morte di Stella Mutti nell'incidente di Rezzato emerge una doppia responsabilità

di Mario Pari
Chiuse le indagini. L'orientamento della Procura: indagati per omicidio stradale il fidanzato che guidava la moto con lei in sella, e il conducente dell’auto coinvolta nello schianto

Le indagini sono chiuse e la procura di Brescia è arrivata alla conclusione che nei confronti dei due indagati, automobilista e fidanzato, bisogna ipotizzare il reato di omicidio stradale. Lo schianto che non lasciò scampo a una delle persone coinvolte è quello in cui il 26 agosto scorso a Rezzato, morì Stella Mutti.

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Il pm Lisa Saccaro non ha ancora esercitato l’azione penale, non ha ancora chiesto il rinvio a giudizio. Ma sembra improbabile che si vada in una direzione diversa dalla richiesta del processo nei confronti di quelli che attualmente rimangono due indagati, ma dopo la richiesta diventerebbero imputati, destinati a presentarsi davanti al gup. Alla chiusura delle indagini con l’ipotesi di reato di omicidio stradale il pubblico ministero è arrivato grazie anche a quanto emerso dalla consulenza cinematica disposta sin dai giorni successivi al terribile incidente in cui perse la vita la 19enne di Nuvolento.

Quanto contenuto nella consulenza è andato quindi a sostegno della ricostruzione accusatoria. Stella, quella sera, stava viaggiando sulla moto guidata dal fidanzato. Insieme erano stati a un concerto. A Rezzato, all’altezza dell’incrocio tra via Garibaldi e via Matteotti è avvenuto lo scontro con un Suv. Il fuoristrada stava viaggiando in direzione lago di Garda.

Negli istanti prima dell’incidente sarebbe stato fermo al semaforo e, scattato il verde avrebbe svoltato a velocità molto bassa, verso sinistra, compiendo così una manovra che in quel punto non è permessa. Tutto ciò è avvenuto mentre stava sopraggiungendo, in fase di sorpasso la moto con i due fidanzati. Un sorpasso che a sua volta sarebbe avvenuto in un punto in cui è vietato. Stella Mutti nell’impatto è stata sbalzata sull’asfalto morendo sul colpo. Gli accertamenti svolti sul 27enne conducente del fuoristrada hanno evidenziato un tasso alcolemico quasi tre volte superiore a quello consentito dalla legge venne indagato sin dalle ore successive all’incidente. Ma le indagini della polizia stradale, coordinata dal pm Saccaro, non si fermarono  e portarono all’iscrizione nel registro degli indagati anche del fidanzato.

Per lui, medesima ipotesi di reato dell’automobilista:omicidio stradale. Una vicenda giudiziaria che quindi è andata a rendere il dolore per la perdita della fidanzata ancora più pesante. Ora, la conclusione delle indagini preliminari con l’omicidio stradale che rimane contestato ad entrambi gli indagati. In tempi brevi dovrebbe arrivare la decisione del magistrato sulla richiesta di rinvio a giudizio.

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