Sebino

La montagna di gomma rilascia amianto nel lago d'Iseo

di Simona Duci
Gli accumuli di scarti industriali sui fondali vanno rimossi: pronto un piano di intervento da 2 milioni di euro
Una scomoda eredità È stato stabilito che gli scarti si trovano sui fondali sin dagli anni  Settanta
Una scomoda eredità È stato stabilito che gli scarti si trovano sui fondali sin dagli anni Settanta
Una scomoda eredità È stato stabilito che gli scarti si trovano sui fondali sin dagli anni  Settanta
Una scomoda eredità È stato stabilito che gli scarti si trovano sui fondali sin dagli anni Settanta

  La gomma abbandonata cinquant’anni sui fondali del Sebino «rilascia metalli e amianto» e ci vorranno 2 milioni di euro per bonificare l’area. Regione Lombardia, dopo aver costituito un gruppo di lavoro formato con il coinvolgendo dell’Autorità di bacino lacuale, dell’Arpa, del Cnr e dei carabinieri del Nucleo sommozzatori di Genova, ha già investito 85 mila euro per redigere il piano di indagine ambientale. Ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente e al Clima, Giorgio Maione che si sta occupando della questione: «Su Tavernola valutiamo diverse azioni gestionali, dal recupero naturale controllato, al “capping”, fino all’asportazione del materiale».

Le aree di accumulo

Secondo il rapporto dell’Arpa, le analisi sui campioni prelevati a luglio 2023 hanno portato all’individuazione di due aree di accumulo. Una da circa 450 metri quadrati più superficiale, tra i 10 e i 40 metri di profondità, e un’altra più piccola da circa 150 metri quadrati a una batimetria di circa 50 metri. Gli scarti della lavorazione della gomma sommersi tra Tavernola e Predore inoltre, come si sospettava stanno rilasciando metalli, micro e nano plastiche e amianto. «La rimozione dei rifiuti - riferisce Maione - è la strada da intraprendere per la salvaguardia complessiva dell’ecosistema. Le prime stime ci dicono che per l’operazione serviranno circa 2 milioni di euro: apriremo un dialogo con il Ministero per trovare le risorse necessarie, per risolvere una situazione bloccata dagli anni Settanta. Non c’è comunque da preoccuparsi per le acque del Sebino che sono di qualità ottima, dal punto di vista microbiologico, risultano essere eccellenti in tutti i 48 punti analizzati costantemente dall’Ats».

Dagli accertamenti svolti, ed è qui il problema che richiede un intervento, non si tratta quindi di materiali inerti: si tratta di plastica mista a gomma e amiantite che, rilasciano metalli, micro e nano plastiche e amianto sia nei sedimenti presenti sul cumulo di rifiuti sia nelle immediate vicinanze, nonché nella colonna d’acqua sovrastante. I dettagli sui dati reperiti dai tecnici verranno resi pubblici a breve.

Suggerimenti