la polemica

Cazzago, rifiuti dalla Vallosa? Aria di bufera

di Cinzia Reboni
Il sindaco minaccia le barricate, oggi in Provincia un incontro per valutare la pre-fattibilità dell'operazione di bonifica
Un piezometro nell’ex cava  Vallosa di Passirano
Un piezometro nell’ex cava Vallosa di Passirano
Un piezometro nell’ex cava  Vallosa di Passirano
Un piezometro nell’ex cava Vallosa di Passirano

Travasare i 450 mila metri cubi di scorie pericolose del Sin Caffaro della Vallosa di Passirano in una nuova discarica da 2 milioni di metri cubi nel bacino incastonato tra Cazzago, Travagliato e Berlingo. La proposta, contenuta in un piano presentato dalla società Eredi Compagnia Nazionale che gestisce l’area di smaltimento rifiuti Macogna, ha già innescato un fuoco incrociato di polemiche mandando in corto circuito persino il mondo ambientalista. L'ipotesi di prefattibilità dell'operazione di bonifica sarà oggi al centro di un vertice in Provincia, alla presenza, tra gli altri, dei sindaci, del commissario del Sin Caffaro Mario Nova e del prefetto Maria Rosaria Laganà. Ma già arrivano pesanti stroncature. Tanto più che la messa in sicurezza delle scorie della Vallosa attraverso l'operazione di capping - finanziata dal Governo con 2,6 milioni di euro - è in dirittura d’arrivo. La società vorrebbe trattare i rifiuti nell’impianto della cava Gatti, per poi smaltire nel bacino la parte di veleni non recuperata. «Contro una discarica meno impattante sono scese in piazza 10 mila persone, stavolta se serve bloccheremo le strade - afferma Fabrizio Scuri, sindaco di Cazzago - La richiesta di smaltire 2 milioni di metri cubi è di oltre quattro volte superiore al fabbisogno delle scorie della Vallosa. Significa che Cazzago potrebbe diventare il terminale di rifiuti pericolosi del Nord Italia. Presenterò in Consiglio comunale una mozione contraria al progetto, e sono certo che sarà votata anche dalle minoranze». Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Travagliato Renato Pasinetti: «Su un tema così delicato siamo stati convocati dalla Provincia con una laconica nota di sei righe. In ogni caso, esprimo la ferma, totale e irremovibile contrarietà all'operazione. Non stiamo parlando di una discarica qualsiasi: la Macogna è stata per anni al centro di battaglie legali. Attualmente l'unico pezzo vergine è quello tra Travagliato e Cazzago: se è lì che vogliono smaltire i rifiuti della Caffaro, non se ne parla neanche». Il problema della Vallosa «va risolto, ma non trasferito da un’area all’altra - afferma il sindaco di Berlingo, Fausto Conforti -. Siamo sempre stati contrari a cave e discariche, e intendo ribadire la posizione di contrarietà ad ogni iniziativa che metta a repentaglio l’ambiente e la salute dei cittadini». Secondo lo storico ambientalista di Berlingo Angelo Bersini «con il subdolo pretesto di bonificare la Vallosa si ipotizza di realizzare un’altra mega-discarica alla Macogna, un’area già devastata da cave, discariche, ritombamenti e dal sarcofago di rifiuti tossico-nocivi. Se il progetto dovesse prendere piede, manifesteremo davanti alle abitazioni di chi appoggia l'iniziativa, sia che si tratti di funzionari, di amministratori o di sedicenti ecologisti». Il sindaco di Passirano Francesco Pasini Inverardi non ha dubbi: «L’intervento di capping si concluderà ad agosto, e noi intendiamo andare avanti sulla strada tracciata attraverso l’unica soluzione resa possibile dai 2,6 milioni di fondi a disposizione. Un’operazione importante, che riduce fortemente il rischio ambientale». L’intervento risolutivo di bonifica della Vallosa non è mai stato sostenibile economicamente, vista l’impossibilità di reperire i 70 milioni necessari. Un costo che però sembra quasi raddoppiato. Secondo lo studio presentato dalla Eredi Compagnia Nazionale, infatti, «l’importo per la completa bonifica attraverso Landfill Mining è nell’ordine di 120-130 milioni di euro». Tanto che la società, «per poter garantire la sostenibilità economica e finanziaria dell’intervento», chiede che gli impianti di trattamento e la discarica «possano accogliere anche ulteriori rifiuti, oltre a quelli della Vallosa, e in particolare derivanti da altri interventi di bonifica». L’intervento previsto, secondo la società, avrebbe una durata di 3-4 anni. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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