LA TRAGEDIA DI ONO SAN PIETRO

Erica: «Vi racconto l'orrore perchè non accada mai più»

di Luciano Ranzanici
La mamma di Andrea e Davide uccisi dal loro papà: «Ha cosparso i loro corpi di benzina e gli ha dato fuoco Erano talmente sfigurati che non ho potuto rivederli»
Una tenera immagine dei fratellini  Davide e Andrea uccisi a Ono
Una tenera immagine dei fratellini Davide e Andrea uccisi a Ono
Una tenera immagine dei fratellini  Davide e Andrea uccisi a Ono
Una tenera immagine dei fratellini Davide e Andrea uccisi a Ono

Ha deciso di rendere pubblico il suo straziante dolore di madre. Ha voluto urlare la sua rabbia di donna perseguitata e lasciata in balìa dell'ex marito dalle istituzioni che avrebbero dovuto difenderla. Ha scelto di raccontare i retroscena di un duplice omicidio annunciato. E lo ha fatto non tanto - o, meglio, non solo - per provare a mitigare un'angoscia abissale, ma anche e soprattutto per cercare di dare un senso a un dramma familiare che per efferatezza non trova precedenti nella recente storia del Bresciano.
«VI PARLO di questo orrore affinchè nessun'altra persona debba provare in futuro quello che sto provando io, mio fratello e i miei genitori», ha esordito la mamma di Ono San Pietro davanti a un'affollata sala del palazzo Santa Chiara di Roma. Erica Patti ha rotto il silenzio a venti mesi esatti da quel 16 luglio 2013 che ha segnato per sempre l'esistenza di una famiglia, di una comunità, dell'intera Valcamonica.
All'alba di un'afosa giornata, il suo ex marito Pasquale Iacovone soffocò i figli Andrea e Davide, di 13 e 9 anni, prima di appiccare un incendio nell'abitazione, cercando la morte fra le fiamme. Il tentativo di suicidio non riuscì, e dopo una lunga convalescenza l'imbianchino di 41 anni è stato condannato in primo grado all'ergastolo lo scorso 19 dicembre.
LA MAMMA DEI FRATELLINI è intervenuta al convegno nazionale «La tutela del minore dentro il conflitto genitoriale». A invitarla è stata Antonella Penati, presidente dell'associazione «Federico nel cuore» e responsabile del Movimento per l'Infanzia. Antonella Penati ha molto in comune con Erica Patti: suo figlio Federico Barakat è stato ucciso a otto anni a colpi di pistola e a coltellate dal papà, che si è poi suicidato, negli uffici dei Servizi Sociali di San Donato Milanese durante un colloquio in ambito protetto. Ma in quel momento non c'era alcun operatore a vegliare sul bambino. Educatori ed assistenti sociali sono stati prima condannati e poi assolti in Cassazione.
Alla tavola rotonda, impreziosita dalla presenza di don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e presidente di «Libera contro le mafie», dell'onorevole Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia della Camera, e del procuratore aggiunto della Procura di Roma Maria Monteleone, l'intervento di Erica Patti è stato il più toccante. Con lucidità e voce ferma, la mamma dei fratellini uccisi ha ripercorso gli eventi, le date e i dettagli di quello che continua a definire «un dramma annunciato», come lo era stato per Antonella Penati. Dalla separazione alle minacce a lei e ai suoi familiari, passando dalle 10 denunce di stalking rimaste inascoltate, Erica Patti ha ricostruito l'escalation fino all'omicidio: «Quella mattina ero al telefono con la psicologa quando lui stava soffocando i miei figli», ha ricordato.
LA MAMMA di Andrea e Davide non ha risparmiato dettagli. «Il padre prima ha cosparso i loro corpi di benzina e poi ha appiccato le fiamme: dopo 15 giorni ho potuto vedere soltanto due bare bianche. Non ho potuto abbracciare o vedere per l'ultima volta i miei figli perché erano sfigurati».
A venti mesi di distanza, le certezze di Erica Patti si sono sedimentate: «Davide e Andrea sono state vittime innocenti predestinate - ha osservato -: il mio ex marito li voleva morti per vendetta. Stava programmando l'omicidio da cinque anni e aspettava soltanto l'occasione buona». Un'occasione offerta anche da una serie di circostanze. «Da tre anni avvertivo i carabinieri e le assistenti sociali che sarebbe successo - ha ricordato mamma Erica -: nessuno mi ha dato retta né mi ha voluto credere e io non ho più i miei bambini….».

Suggerimenti