CEVO

La casa del Parco è sostenibile Per i reflui al lavoro le piante

di Lino Febbrari
Scatta l'ora della fitodepurazione Ci pensano una vasca di ghiaia e le cannucce raccolte nella zona che entreranno presto a regime
Cevo: l'impianto di fitodepurazione della casa del Parco
Cevo: l'impianto di fitodepurazione della casa del Parco
Cevo: l'impianto di fitodepurazione della casa del Parco
Cevo: l'impianto di fitodepurazione della casa del Parco

È insieme una vetrina e un centro visite che parla di natura teoricamente protetta, e non poteva continuare ad avere un rapporto non sostenibile con l'ambiente. Per questo la ripulitura delle acque reflue della casa del Parco dell'Adamello di Cevo è stata recentemente affidata a un sistema di depurazione naturale che in sostanza funziona grazie a una pianta palustre, la cannuccia; una specie molto diffusa in una zona umida poco distante.
«Impianti del genere sfruttano la capacità delle piante acquatiche, che in sintesi assorbono gradualmente le sostanze "nutrienti" inquinanti che vengono prodotte dall'uomo - spiega il progettista Massimo Sartorelli -, nel caso in questione quelli prodotti da un ristorante. Il sistema è formato da un substrato di ghiaia o zeolite porosa di origine lavica nel quale sono state messe a dimora le cannucce. In pochi mesi i vegetali si moltiplicheranno riempiendo tutti i letti di sedimentazione. Gli esemplari necessari li abbiamo prelevati nell'area del “Canneto”: si tratta di flora acquatica spontanea che ben si presta a operazioni di questo tipo».
Un depuratore naturale simile a quello di Cevo, lo ricordiamo, è stato realizzato negli scorsi mesi in alta quota, e serve il rifugio Tonolini. «Il quel caso, non potendo utilizzare le cannucce per ovvie ragioni di clima e quota - aggiunge l'esperto - abbiamo impiegato la cotica erbosa presente nelle vicinanze. Una volta posato il letto lo abbiamo ricoperto con lo strato precedentemente asportato aggiungendo poi altre essenze tipiche degli ambienti umidi d'alta montagna. L'intervento ha preso il via lo scorso settembre ed è stato terminato qualche settimana fa - conclude Sartorelli -. Tra qualche mese saremo in grado di valutarne l'efficienza e la capacità depurativa».
Le due innovative operazioni sono state descritte a una quindicina di «Naturfreunde» (Amici della Natura) tedeschi arrivati in Valsaviore da Dietlingen, un villaggio della Foresta Nera, e ospitati in questi giorni a Saviore dal gruppo gemello coordinato da Italo Bigioli. Il capo delegazione, Moritz Beuchle, ha consegnato al neo sindaco, Matteo Tonsi, alcuni documenti relativi all'appena costituito Parco nazionale della Foresta Nera e ha chiesto di avviare la strada di un gemellaggio sia tra i due parchi, sia tra i comuni di Saviore e di Keltern, la località della quale il villaggio costituisce una frazione. L'incontro è terminato prevedibilmente a tavola, e i presenti si sono salutati auspicando di avere creato le premesse concrete di un futuro di collaborazione e di amicizia tra le due realtà. Grazie anche e soprattutto alla fitodepurazione.
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