Ospedale, il sindaco all’attacco Nel mirino il vertice dell’Asst

di Lino Febbrari
La politica si scalda per l’ospedale
La politica si scalda per l’ospedale
La politica si scalda per l’ospedale
La politica si scalda per l’ospedale

La ventilata chiusura durante l’estate del reparto di Medicina dell’ospedale di Edolo (molti temono che sia il preludio al definitivo stop dell’attività) deriverebbe «da una incapacità gestionale dei vertici che guidano la sanità camuna». A fare questa pesante affermazione attribuendo le (presunte) responsabilità di una vicenda che sta preoccupando seriamente tutta la popolazione dell’alta valle è il sindaco edolese Luca Masneri, vicepresidente della conferenza dei sindaci e primo firmatario della lettera inviata in Regione un paio di giorni fa, con la quale i 16 amministratori locali da Sellero a Ponte di Legno chiedono chiarezza sull’ennesima criticità in cui si viene a trovare il piccolo presidio di frontiera. Senza inutili giri di parole, Masneri chiede la testa del direttore generale dell’Asst di Valcamonica, Maurizio Galavotti. «Il quale peraltro è una amabilissima persona quando non si parla di sanità - concede il primo cittadino -. Io sono pronto a sottoscrivere che il giorno dopo l’addio a questo dirigente, ci saranno almeno una decina di medici che se ne sono andati da questa azienda pronti a tornare e riprendere servizio. Chiediamo a Palazzo Lombardia di approfondire la questione e di interloquire con tutti i professionisti che si sono dimessi nell’ultimo anno». Una richiesta di siluramento sicuramente destinata a fare molto rumore quella di Masneri, il quale però la ritiene un’azione coerente con quanto ebbe a dichiarare il giorno dell’insediamento di Galavotti e della sua squadra: «Ammonisco chiunque pensi a misure di ridimensionamento per questa struttura sanitaria, perché immediatamente scatenerà una reazione violenta da parte mia». A incancrenire ancora di più rapporti già tesi da tempo ci sarebbero anche i comportamenti tenuti ultimamente dello stesso Galavotti nei confronti degli amministratori locali: «Solo due settimane fa il direttore generale ci disse condividiamo il percorso, troviamo delle soluzioni per la Medicina che, ricordo, fino a un anno fa aveva cinque medici e oggi rimane con uno e mezzo (il primario è infortunato e presta servizio saltuariamente). All’improvviso scopriamo che avrebbe invece deciso di ridurre l’attività lasciando solo 4 letti in funzione e motivando la decisione con la carenza di medici. Perché siamo arrivati a questo punto - si interroga Masneri -? Perché se ne sono andati? Chi li ha messi nelle condizioni di doversene andare? A questo punto, noi non accetteremo il ridimensionamento e rigettiamo la proposta dell’Asst, che riteniamo una dichiarazione di guerra. E quindi, per difenderci, abbiamo chiesto alla Regione di intervenire esercitando i poteri costitutivi su un direttore che non sta secondo noi affrontando questo tema delicato». Masneri conclude la sua clamorosa reprimenda anticipando la prossima mossa: «D’accordo col presidente Emanuele Moraschini, per scongiurare la chiusura convocheremo al più presto tutti i sindaci della Valcamonica e il presidente della Comunità montana Alessandro Bonomelli, perché non si tratta solamente di un problema di Edolo, ma di tutti i camuni e dei turisti che ospitiamo». Qualcosa di più sulla complicata vicenda si saprà forse nelle prossime ore, dopo l’incontro che proprio Galavotti ha fissato con il personale del presidio per questo pomeriggio alle 16. Nel frattempo c’è stato un incontro tra i sindacati di categoria e l’azienda, che è servito solo a confermare la situazione di crisi e la valutazione di soluzioni come l’aumento temporaneo delle ore effettuate dalla cooperativa di medici o eventuali convenzioni con altre Asst; sempre ammesso che i «dottori» operativi nelle stesse siano d’accordo. Le organizzazioni dei lavoratori hanno espresso perplessità relativamente alla prima delle due ipotesi, chiesto un rientro rapido alla normalità con l’assunzione del personale necessario e sottolineato che «non è possibile ipotizzare la chiusura del reparto». Nell’attesa di aggiornamenti, e ricordando che «per evitare le emergenze bisogna prevenirle», i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un’assemblea in ospedale per il 9 giugno.•.

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