Soldi buttati dalla finestra per costruire l’ennesima cattedrale nel deserto oppure un investimento mirato per cercare di rilanciare il comparto agricolo in difficoltà nel più piccolo Comune della Valcamonica? È questo l’interrogativo che si pongono in molti a Paisco Loveno (e non solo) dopo l’avvio nelle scorse settimane del cantiere che porterà all’edificazione di una mega stalla, con caseificio e fienile annessi, nel castagneto didattico realizzato qualche anno fa dal Consorzio forestale e minerario della Valle Allione. Un intervento finanziato dalla Regione con oltre 800mila euro, i cui lavori sono stati aggiudicati per una cifra superiore ai 560mila. E che appunto sta facendo discutere.
Un cittadino «speciale» ha preso carta e penna per esternare tutta la sua contrarietà all’operazione che considera inutile e, appunto, solo uno spreco di denaro pubblico: il suo scritto, oltre che protocollato in municipio e affisso nelle bacheche del paese, è stato consegnato in Comunità montana e distribuito anche nei centri abitati vicini. «Per come è messo adesso il nostro territorio - spiega Giacomo Mascherpa, a metà degli anni Novanta per un mandato braccio destro dell’attuale primo cittadino di questa micro comunità - è inconcepibile una spesa del genere. La poca campagna che avevamo, che è anche posta su versanti impervi e difficilmente coltivabili, da tempo è completamente abbandonata, disastrata. Non c’è più nessuno sfalcio di quelli che una volta erano prati e che oggi assistono all’inesorabile avanzata del bosco. Bisogna perciò mettere in conto che un allevatore che mirasse a gestire questa struttura dovrebbe acquistare tutto il foraggio. Ribadisco quindi che considero l’investimento fuori da ogni logica imprenditoriale».
Dopo aver aggiunto che il suo pensiero è ampiamente condiviso in zona («In questi giorni mi sono confrontato con diverse persone, fra cui molti agricoltori e piccoli allevatori del fondovalle, e non ne ho trovata una che approvi l’intervento»), l’ex vicesindaco aggiunge che due anni fa in una riunione pubblica dedicata appunto a questo progetto «avevo chiesto alla giunta se aveva delle credenziali da mettere sul tavolo. Ovvero, per esempio, se a Paisco ci fosse qualcuno che intendesse recuperare 6/7 ettari di terreno in sfalcio - prosegue Mascherpa -. Quello almeno sarebbe stato un piccolo supporto per questa avventura che forse così poteva andare a buon fine. Invece, per come è stata portata avanti, si rivelerà solo un buco nell’acqua e nei prossimi anni ci troveremo ad ammirare questa inutile e costosa struttura andare in malora poco alla volta». La costruzione del complesso agricolo effettivamente fa storcere la bocca a molti. Che si tratti di un intervento divisivo e per certi versi incomprensibile lo si intuisce parlando con i pochi residenti che animano il borgo: all’anagrafe complessivamente sono iscritti poco meno di 180 cittadini, ma quelli che ci abitano in questo periodo sono meno di un’ottantina.
Il sindaco: «Non costerà un centesimo alle casse comunali»
Alcuni lo ritengono un capriccio del sindaco e pensano che era meglio spendere questa somma diversamente; magari sistemando il territorio. Ovviamente Bernardo Mascherpa, che in diversi ruoli governa questo Comune da oltre trent’anni, difende a spada tratta quella che considera a tutti gli effetti una sua creatura. «Abbiamo voluto fortemente una stalla a Paisco perché riteniamo che la figura di un allevatore sia estremamente importante per il nostro territorio - afferma convinto -. Da più di vent’anni avevamo in mente questa idea e finalmente, grazie all’aiuto di Palazzo Lombardia, siamo riusciti a ottenere il finanziamento per l’opera che non costerà un centesimo alle casse comunali e che ci permetterà di mantenere l’agricoltura in un paese montano che va preservato». «Per assicurare il buon esito dell’iniziativa - assicura e conclude - ci avvarremo della consulenza e del supporto di Unimont (l’Università della montagna di Edolo) e di tutte le altre realtà che stanno operando per far crescere e mantenere vivo il settore dell’agricoltura di montagna».•