La lunga notte di paura di Sopraponte di Gavardo si è conclusa venerdì prima dell’alba (erano circa le 6,30) dopo 12 ore di trattative ininterrotte, l’arrivo in forze di militari - compresi i reparti speciali dell’Arma -, e l’intervento decisivo di un negoziatore del comando provinciale dei carabinieri, in questo caso un maresciallo donna. L’uomo che si era barricato (armato) in casa, 75 anni, alla fine si è arreso ed è stato preso in custodia dagli agenti, accompagnato in ospedale e ricoverato per un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio. Nella sua abitazione sono stati sequestrati ben 5 fucili da caccia, tutti regolarmente denunciati, oltre a munizioni e a diverse carabine ad aria compressa non classificabili come armi sottoposte ad autorizzazione: fino a pochi anni fa, il 75enne aveva la licenza di caccia, non più rinnovata, e sono in corso accertamenti sulla regolarità nella detenzione delle armi trovate in suo possesso.
Di certo non avrebbe potuto imbracciarle, e ancora meno sparare delle fucilate in aria dal suo balcone, come invece ha fatto quando i carabinieri della Compagnia di Salò avevano già raggiunto la sua casa.
La ricostruzione di quanto accaduto a GavardoLa vasta mobilitazione è scattata ancora alle 18 dopo la segnalazione arrivata in caserma a Gavardo dai familiari dell’uomo, la moglie e la figlia: a seguito di un dissidio, il congiunto aveva mostrato segni di squilibrio, poi confermati dallo «stato confusionale» in cui l’avrebbero trovato i militari. La sua abitazione per fortuna è isolata, a non meno di 250 metri dal centro abitato, non lontano dalla direttrice che porta a Sopraponte e Vallio: in gergo tecnico la zona è stata «cinturata», cioè messa in sicurezza impedendo che qualche civile potesse avvicinarsi. E nessuno è mai stato in pericolo o a distanza di tiro nel corso delle delicate operazioni.
La trattativa, come detto, è stata portata avanti per tutta la notte dalla negoziatrice dell’Arma: affiancata, come da prassi, dai militari dell’Api, le Aliquote di primo intervento, tutti schierati intorno alla casa e pronti a intervenire. Anche la strada è stata presidiata (e chiusa nelle fasi più delicate) dai carabinieri di Salò, guidati dal maggiore Luca Starace, e di Gavardo col maresciallo Francesco Santonicola. In prima linea dal comando provinciale anche il colonnello Francesco Tocci.
Un lavoro complessoÈ stata una lunga notte, lunghissima. Trattative estenuanti ma nel segno del dialogo, evitando che la situazione potesse precipitare (il 75enne avrebbe minacciato di sparare ancora, oltre che di spararsi): non appena è uscito di casa, accertato che fosse disarmato è stato raggiunto dai reparti speciali con decisione ma nel rispetto della persona, rasserenato e accompagnato in un luogo sicuro. Poi il trasferimento in ospedale.
Valutazione psichiatricaL’anziano ci è rimasto anche ieri per essere sottoposto a una valutazione psichiatrica. Sarà questa a delineare eventuali provvedimenti penali e amministrativi nei suoi confronti, con l’ipotesi di reato (per ora) di resistenza e per aver esploso colpi di arma da fuoco. Incensurato, prima di giovedì non avrebbe mai avuto comportamenti violenti. Tutto è bene quel che finisce bene, anche stavolta. In questo caso grazie alla professionalità di chi ha operato concludendo un lavoro paziente.