il caso

Una fronda tra i «balarì»: a Bagolino il Carnevale sarà diviso

di Mila Rovatti
Spettacolo doppio, ma all'insegna delle divergenze per i 130 danzatori. All'origine della separazione antiche usanze e strascichi dell'era Covid
Bagolino  C’è una crepa tra i «balarì» dello spettacolare Carnevale dell’alta Valsabbia
Bagolino C’è una crepa tra i «balarì» dello spettacolare Carnevale dell’alta Valsabbia
Bagolino  C’è una crepa tra i «balarì» dello spettacolare Carnevale dell’alta Valsabbia
Bagolino C’è una crepa tra i «balarì» dello spettacolare Carnevale dell’alta Valsabbia

Sono l’emblema di una antica e bellissima festa etnografica. Storici ma anche evidentemente separati da alcune divergenze, quest’anno i «balarì» del Carnevale di Bagolino si sono divisi costituendosi in due gruppi distinti. Non è la prima volta che accade, ma ormai da decenni il coloratissimo corpo di ballo bagosso si muoveva compatto. Invece, l’elemento più nobile dell’evento ha vissuto una fase di crisi, e i 130 protagonisti si sono separati. 70 sono rimasti nel gruppo di quelli che vengono chiamati «storici» con a capo Giovita, mentre i 40 «dissidenti» saranno agli ordini di Nerio. Infine, in una ventina hanno preferito astenersi decidendo di non ballare, anche se non è certo che lunedì 20 riusciranno a resistere alla tentazione, decidendo invece di indossare i bellissimi abiti tradizionali per muovere qualche passo di danza unendosi all’uno o all’altro gruppo.

Le ragioni della spaccatura

Pare che all’origine ci sia l’antica consuetudine che prevede il pagamento di un obolo al capo dei ballerini e ai suonatori da parte del danzatore davanti alla cui casa viene eseguito lo spettacolo. Qualcuno non lo trova più necessario; altri preferisco mantenere l’abitudine. Ma a dare il colpo finale alla serenità sarebbero state le accese discussioni che negli ultimi tre anni hanno travolto la storica manifestazione a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.

Cosa succederà al Carnevale di Bagolino

Una serie di incomprensioni che sono diventate insanabili. Qualcuno ha cercato di ricucire l’unione, ma senza grande successo, così il gruppo si è spaccato e l’unico accordo che storici e dissidenti hanno trovato è quello di dividersi la partenza fra le due contrade: un gruppo inizierà da Cavrìl e l’altro da Osnà, cercando di non intralciarsi.

Anche i suonatori si sono divisi dieci per ogni gruppo, e il Carnevale non ne dovrebbe risentire, anzi, lo spettacolo raddoppierà. Se qualcuno è pronto a scherzarci sopra sappia che per i bagossi la questione è molto seria: in questa manifestazione, di cui si ha notizia fin dal 1518, fare il balarì era un grande onore, faceva acquistare prestigio nel gruppo sociale della contrada e ancora oggi ha un certo peso. Nell’attesa dello show del corpo di danza diviso, appunto lunedì 20 febbraio, appena passato Natale a Bagolino hanno preso il via i festeggiamenti, e ogni lunedì e giovedì sera nei bar i suonatori accordano gli strumenti e rispolverano le note dell’Ariosa.

Questa sera si suona nel bar Strope, lunedì al bar Ancora e giovedì 9 febbraio al Reolt. La chiusura lunedì 13 nel bar Amici, in attesa che la festa esploda nella sua interezza sulla piazza con tutti gli attori di questo Carnevale: sonadùr, balarì e maschèr, la sintesi di una delle feste più famose di tutto l’arco alpino. Ci sono le condizioni perfette, novità comprese, perché questa edizione torni, dopo tre anni di stop, in tutta la sua frenesia. Non mancheranno tuttavia attenti controlli da parte delle forze dell’ordine, perché i visitatori si attengano alle regole e portino rispetto per questo appuntamento che per la comunità che lo regala a tutti è il più atteso e sentito dell’anno.•.

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