valgobbia

Lumezzane, un film sul Villaggio Gnutti per raccontare "La città ideale" e il welfare d’antan

di Fabio Zizzo
Quartiere operaio ante litteram torna in scena con un secondo show teatrale che diventerà un documento video

Una volta tanto l’industria della Valgobbia terrà banco non per l’unicità e l’eccellenza, ma per la storia sociale che è cresciuta attorno alle fabbriche. Succede grazie al Villaggio Gnutti, il quartiere operaio che torna sotto i riflettori per un progetto ideato dall’assessorato alla Cultura. L’obiettivo è quello di raccontare un modello imprenditoriale e contemporaneamente di viaggiare indietro nel tempo alla scoperta di una realtà nata in tempi in cui temi come il welfare aziendale erano ancora sconosciuti.

Il progetto 

Partiamo dalla seconda edizione dello spettacolo «La città ideale. Il villaggio Gnutti nella storia di Lumezzane», scritto e diretto da Mariano Dammacco e interpretato da Clara Bonomi e Luciano Bertoli, che andrà in scena sabato 11 maggio alle 21 (e in replica domenica) nella piazzetta del quartiere omonimo. La partecipazione è gratuita, ma su prenotazione contattando fino a sabato mattina l’ufficio Cultura allo 030 8929422.

La storia

Protagonista del progetto, sostenuto da Franco Gnutti Holding, Almag ed Eredi Gnutti Metalli, il quartiere residenziale inaugurato nel 1939 e costruito dalla Eredi Gnutti per dare alloggio e servizi ai tremila dipendenti dell’azienda (duemila donne e mille uomini). La «città ideale», appunto, risultato di un progetto visionario che voleva legare famiglia, casa, comunità e officina.

«Questa seconda edizione risponde alle richieste dei cittadini che non erano riusciti a partecipare allo spettacolo - ha spiegato l’assessore Lucio Facchinetti in occasione della presentazione -, e diventerà anche una cosa nuova: la narrazione sarà ripresa in video per diventare una produzione multimediale diretta da Diego Veneziano (già autore del docufilm dedicato agli imprenditori lumezzanesi). Un format che verrà presentato nelle scuole e messo a disposizione delle nuove generazioni. L’interesse intorno al villaggio è stato espresso anche dai 300 visitatori che hanno raggiunto il quartiere inserito nelle Giornate di primavera del Fai».

Il nodo welfare

«Ieri come oggi il welfare è un elemento centrale per trattenere i talenti sul territorio - ha aggiunto il direttore generale della Eredi Gnutti Metalli, Nicola Cantele -. Allora c’era la lungimiranza di una classe dirigente che costruì un villaggio ispirato dall’attenzione verso il benessere dei lavoratori. L’asilo, le scuole, la casa di riposo, l’ospedale, i negozi, un campo sportivo, il cimitero e un convitto per le ragazze operaie: un progetto imponente al quale ora viene ridato lo spirito».

Suggerimenti